Liti, rossi, tregue e speranze. S’infiamma il Diavolo

Il momento del Milan non è tra i più semplici e armoniosi. In casa Milan, infatti, tra cartellini rossi, liti e tregue, si sta per concludere una stagione caratterizzata da alti e bassi. Anche fuori dal campo. Nonostante tutto, però, il Milan risulta pienamente in corsa per il quarto posto, che garantirebbe la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Dopo il rosso rimediato da Romagnoli nella gara contro il Torino, nella sfida contro il Bologna è toccato a Paquetá, squalificato quindi per tre giornate, con il brasiliano che ritroverà il campo la prossima stagione. Un nervosismo che si percepisce, si sente e si vede. La lite in panchina tra Bakayoko e Gattuso è solo l’ultimo degli episodi extra campo che hanno macchiato la stagione del Milan. La lite tra Biglia e Kessie, la maglia di Acerbi esposta da Bakayoko, il ritardo del francese e infine il litigio con Gattuso. Qualcosa – probabilmente – non sta funzionando.

DIAVOLO ALL’INFERNO – La stagione non ha ancora offerto il suo verdetto: il Milan sta infatti lottando per un piazzamento in Champions che garantirebbe il ritorno dei rossoneri su palcoscenici europei di alto livello. Il Milan, però, a tre giornate dalla fine, conta diversi episodi che probabilmente lo spediranno all’inferno. Al Milan solitamente non si vedono episodi del genere e nella settimana che ha preceduto la gara contro il Bologna – oltretutto – i rossoneri sono stati in ritiro per punizione. Gattuso non ha voluto sentire ragione, memore dell’aria che si respirava nel suo Milan, quello che dominava in Italia e nel mondo. “Si è un po’ perso lo spirito che c’era ai miei tempi“, ha detto Gattuso. Ritardi ingiustificati, parole di troppo, atteggiamenti sbagliati: il silenzio non serve più e Gattuso ha scelto di punire l’intera squadra. Un atteggiamento che non piace al mister, con la squadra costantemente sotto pressione, in un finale di stagione ancora aperto e che richiede quindi una concentrazione da big. Da squadra, da Milan.
Le generazioni e i tempi cambiano, ma il Milan resta il Milan.

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