Milan, la qualità può ancora far la differenza

C’è stato un Milan ad inizio stagione , la cui ambizione era di proporre un calcio fatto di gestione del pallone, talvolta esasperata. I risultati sono stati alterni ma l’idea era piuttosto chiara.

Poi si è fermato Bonaventura e poco dopo Biglia. Una combo che ha reso necessario un cambio drastico di gioco e di interpreti. Bakayoko da oggetto misterioso, è diventato via via sempre più importante, mente per contro si è perso per strada Higuain, che poco rifornito si è calcisticamente depresso, fino alla richiesta di cessione a gennaio.

Nello stesso mese, sopratutto grazie l’arrivo di Paquetà e Piatek, il Diavolo ha ritrovato una verve, una vivacità e una solidità, che gli hanno consentito di raggiungere il terzo posto e la semifinale di coppa Italia.

Successivamente la condizione è calata di nuovo. In inverno furono gli infiniti infortuni, in primavera l’incapacità di gestire sconfitte in partite di rilievo, tipo il derby.

Per chiudere l’annata ora ci sono da fronteggiare tre partite. Per strappare il pass per la prossima Champions, al di là delle complicazioni dovute alla dipendenza dai risultati delle avversarie, occorrerà tornare a metter in campo la qualità. Pur non eccelsa, ha sempre pagato; Jack+Pipa prima, Paque+Pistolero poi. Arruolabili e con questo potenziale, ad oggi ci sono Suso, Calha e Castillejo. Loro tre hanno il dovere di ritrovare un modo per innescare Piatek. Adesso, o mai più.

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