San Siro trema? L’esperto: “Meno male che lo fa, lo stadio è senza rischi”

Nelle ultime settimane, a Milano si è discusso molto della questione San Siro. Non soltanto per il futuro dell’impianto, che rischia di essere demolito per far posto ad un nuovo stadio, ma anche del presente, con l’inchiesta relativa alle vibrazioni strutturale del Meazza avvertite dai tifosi.

La Gazzetta dello Sport ha intervistato il professor Alfredo Cigada, a capo del team di trenta esperti del Politecnico di Milano che da 13 anni – senza un obbligo legale previsto dal nostro ordinamento – tengono sotto controllo lo scheletro dell’impianto, un unicum che costa al Comune di Milano 280 mila euro all’anno.

Queste le parole di Cigada: “San Siro trema? Meno male che lo fa: è naturale in strutture simili. Sarebbe pericoloso il contrario. C’è stato un effetto psicosi dopo la caduta del ponte Morandi. Ma chi viene allo stadio da tanti anni sa che le oscillazioni non sono una novità. E non sono cambiate: le condizioni di sicurezza sono rimaste identiche a 13 anni fa, vale a dire da quando è iniziato questo percorso. Monitoriamo San Siro come se fosse una persona, quello che facciamo è paragonabile a un holter che registra sempre il battito cardiaco. Abbiamo 48 sensori sparsi per lo stadio per le vibrazioni, poi ne abbiamo altri 20 che controllano la salute del calcestruzzo. E infine ulteriori 22 sistemati sulle 11 travi. Non scappa nulla: anche il minimo cigolio è registrato. Se c’è una scossa di terremoto a 300 chilometri da qui, noi lo sappiamo. Tenendo costantemente San Siro sotto controllo possiamo indirizzare gli interventi di manutenzione dove occorre realmente. I calcinacci caduti? Erano residui di lavori precedenti, non parti strutturali. Perché i concerti destano più preoccupazione? Non per la musica, ma per il comportamento del pubblico: balla e salta a ritmi diversi. E questo crea sollecitazioni particolari, ma al momento anche per gli spettacoli non ci sono rischi. Insomma, San Siro è strasicuro e soprattutto se lo scenario dovesse mutare lo sapremmo all’istante. Credo che non ci sia garanzia migliore per il pubblico“.

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