SportMediaset: Donnarumma, serviva solo serenità

Sembrano lontani, lontanissimi i tempi del caffè di Montella a casa dei genitori e del muro contro muro Raiola-Mirabelli da cui, di fatto, uscì vincitore l’ex direttore sportivo rossonero. Perché se è vero che oggi, a vent’anni compiuti, Gigio Donnarumma ha già uno stipendio da top player, è anche vero che senza le sue parate contro il Frosinone probabilmente il Milan non sarebbe più attaccato a quel treno Champions che, perlomeno, lo vedrà tra i protagonisti fino all’ultima giornata di campionato. Insomma, a ben vedere bastava solo calmare le acque attorno ad un ragazzo entrato nel giro che conta ancora minorenne e che, in tre anni appena, ha già vissuto buona parte dei colori del calcio a sua disposizione: l’esplosione, la scalata delle gerarchie, la prima vittoria (in Supercoppa, a Natale 2016), poi i primi dubbi, una figura ingombrante al suo fianco, la “smania da contratto”, i fischi, il silenzio, il lavoro, la rinascita.

E in un lento oscillare di cifre, di mercato e di stipendio, se la scorsa estate Donnarumma sarebbe stato forse anche svenduto ad una cifra inferiore ai 40 milioni di euro, poco meno di dieci mesi più tardi si parla di altro possibile rinnovo con innalzamento a 7 milioni – vissuto questa volta in una maniera completamente diversa dalla precedente -, ma anche di un Psg pronto a sborsare almeno 15 milioni in più di quelli che (non) avrebbe investito nel 2018. In mezzo, non dimentichiamo, c’è da chiarire la situazione legata a Pepe Reina, che ha ancora due anni di contratto con il Milan e che – inutile nasconderlo – attende con curiosità di capire il futuro del tecnico che più di tutti è stato in grado di valorizzarlo: Maurizio Sarri. Qualora nella rosa delle pretendenti del tecnico del Chelsea ci fosse realmente anche il club di via Aldo Rossi, ecco che l’ipotesi cessione di Gigio potrebbe allontanarsi dall’utopia e diventare volano societario in un’estate – la seconda – che sul fronte Uefa si preannuncia ancora calda e senza grosse certezze.

Ma tornando con i piedi per terra, non va dimenticato che Mino Raiola non potrà esercitare la sua professione di procuratore fino al 9 agosto, come da provvedimento della Figc esteso, poi, dalla Fifa a tutto il mondo. Una bella gatta da pelare per un giro d’affari che, sì, potrà comunque essere alimentato “sottobanco”, ma che potrebbe diventare ufficiale solo a ridosso dell’inizio dei campionati. Vero che lo scorso anno Higuaín e Caldara furono ufficializzati il 2 agosto, ma si trattò di operazioni legate all’esigenza di Bonucci di lasciare Milanello. In questo caso nessuno ha la necessità di forzare la mano, anzi: nei progetti di Elliott, Donnarumma compone la spina dorsale del Milan del domani completata, ça va sans dire, da Romagnoli, Paquetá e Piatek. Due classe ‘95, un ‘97 e, in porta, il ‘99 dei miracoli. Gigio lo sa: il futuro è qui. E Raiola, nel suo riposo forzato, se ne faccia già una ragione.

Da SportMediaset.it

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