Milan, quanto servirebbero quelle plusvalenze dal settore giovanile…

La “dead line” non è mai stata così vicina. Entro il 30 giugno il Milan deve realizzare una cessione pesante per abbellire i suoi conti e assecondare le richieste di Nyon. Insomma, un percorso non diverso a quello di Inter e Roma nelle scorse stagioni, ma praticato con modalità differenti. Nulla ancora filtra da Via Aldo Rossi, ma l’indiziato numero 1 a lasciare la maglia del Milan potrebbe essere Gigio Donnarumma, colui che porterebbe l’incasso maggiore e ha sicuramente più mercato dei suoi compagni di squadra. Una cessione inevitabile e dolorosa. Si, perché cedendo un big -di conseguenza – indebolisci la rosa e devi trovare un sostituito. Nel caso del portiere, il sostituto del Milan sarebbe già in casa, ma prendere il posto di un ragazzotto con 150 partite in Serie A sulle spalle come Donnarumma non sarà facile nemmeno per il bravo Plizzari.

La storia recente, guardando in casa di Inter e Roma, insegna che ci sono due strade per ottenere le plusvalenze agognate: cedendo i top player o cedendo in blocco pezzi pregiati del settore giovanile. Cedere un big, soprattutto quando la controparte conosce il tuo stato precario, espone ad un rischio: il deprezzamento. E’ stato il caso della Roma, che si è trovata due anni fa alla cessione forzata di Salah (sui 40 milioni) ad un prezzo vantaggioso al Liverpool, salvo poi pentirsi a fine stagione perché Momo aveva triplicato il suo valore con una stagione strepitosa. La seconda strada è quella (apparentemente) meno dolorosa ma necessita di investimenti a lungo termine: smobilizzare un settore giovanile florido. In questo modo l’Inter ha coperto il buco di 45 milioni mancante un anno fa, con le cessioni dei prodotti del vivaio Odgaard, Bettella, Carraro, Santon, Radu, Zaniolo (poi rimpianto) e Valietti. La storia potrebbe ripetersi quest’anno con le cessioni dei promettenti Vanheusden ed Emmers. Ciò ha permesso e permetterà di evitare il sacrificio dei fuoriclasse. Ecco, il Milan si trova nella condizione, ad handicap, della Roma.

La retrocessione in Serie B Primavera è l’immagine eloquente dello stato in cui versa il settore giovanile rossonero. Ma non è solo questo il problema: anche i ragazzi che hanno mercato non sono valorizzati, vedasi caso Bellanova. Il terzino classe 2000, in piante stabile titolare della Nazionale Under 20, è stato “perso” a costo zero e andrà accasarsi al Bordeaux. Quindi, oltre all’assenza di un progetto strutturale si ravvisa anche l’incapacità di fare plusvalenza con i propri gioielli. Un problema che parte da lontano. Da Darmian ad Antonelli, da Cristante a Verdi. Ragazzi cresciuti in rossonero, lasciati troppo presto e venduti successivamente a suon di milioni. Con il Milan a mangiarsi le mani.

Uno degli obiettivi del nuovo corso di Elliott, con Paolo Maldini a sovraintendere i lavori, sarà proprio quello di rifondare il settore giovanile, che in passato ha dato spesso gioie e ora si trova in crisi. La transizione porterà Mario Beretta a lasciare il ruolo di responsabile del settore giovanile, dopo la fallimentare esperienza. Al suo posto Paolo Maldini avrebbe scelto Angelo Carbone. La rivoluzione nella stanza dei bottoni è appena iniziata, ora aspettiamo quella sul campo.

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