Piatek illumina, André Silva mette la freccia. E Cutrone ritrova l’ombra

André Silva tornerà al Milan, direttamente da Valencia. Il portoghese potrebbe non fermarsi a Milano e proseguire verso Roma, oppure potrebbe decidere di riprovare dove ha già fallito. Il prossimo tecnico del Milan, salvo clamorose sorprese, sarà Giampaolo, profeta del 4-3-1-2. Due punte, quindi. Per questo, non basteranno i soli Piatek e Cutrone. Il Milan non potrà investire grandi cifre sul mercato, con alcune priorità per completare la rosa. Per questo, la soluzione più scontata sarebbe proprio una permanenza del portoghese Silva, alla ricerca di una seconda chance.

PATRICK TERZO – Con André Silva e Piatek, Cutrone tornerebbe a fare il terzo della gerarchia dei centravanti del Milan. Un ruolo scomodo per Patrick, che dalla panchina scalpita sempre, pronto a scendere in campo e lottare per il suo Milan e la maglia che ha accompagnato la sua crescita. Gli altri due potrebbero quindi allontanarlo ulteriormente dal rettangolo verde, incarnando sempre più il ruolo della riserva. Prima Kalinic, Silva, Higuain, poi Piatek e ora nuovamente il portoghese. Non sembra esserci pace per il numero 63, o meglio spazio. Cutrone, classe 1998, idolo indiscusso della tifoseria, in questi anni di mancato primato tra i centravanti ha scoperto un peso nel tridente d’attacco non sufficiente per conquistare definitivamente la maglia da titolare. Quando le parole non bastano si passa ai numeri. Allora, non è possibile omettere gli undici gol segnati da Cutrone in 43 gare totali. Gol di una riserva, vero, ma forse troppo poco per chi aspira alla titolarità, condannando alla panchina chi ne ha segnati 32, ad esempio.

CORSA E GRINTA – Cutrone è probabilmente il giocatore più grintoso di questo Milan. Corsa infinita, ossigeno per i compagni ed entusiasmo per il pubblico. Cutrone ha il Milan dentro, si sa e si vede. Sempre. Ma forse, per il salto di qualità definitivo, potrebbe non bastare. Per la terza stagione consecutiva – nonostante la doppia punta – Cutrone potrebbe ritrovare il suo seggiolino in panchina, pronto ad intervenire a gara in corso, magari a risolvere e raggiungere gli avversari come solo lui sa fare. Il ruolo del jolly potrebbe cominciare a non bastare più al 63, con la consapevolezza che il Milan in questi anni ha preferito altre vie, altre caratteristiche ed altri giocatori. La corsa e la grinta non sono tutto, certo, ma neanche poco. Restano le caratteristiche di Patrick e che non tutti hanno e che molti vorrebbero. Per il salto di qualità il giovane Patrick dovrà probabilmente allontanarsi – anche momentaneamente – da quei colori che hanno accompagnato la sua breve e ricca carriera. Il Milan può restare la casa, ma forse non il punto d’arrivo.

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