Vedove di Conte e giustizialisti di Sarri: Milan, il tuo profilo basso ti salverà

Stai a vedere che le retrovie mediatiche, alla fine, gioveranno davvero a questo Milan. Che ha e continuerà ad avere tutte le sue difficoltà a più livelli ma che finalmente, fattore da non sottovalutare, comincerà una stagione condividendo il progetto tecnico dai piani alti fino alla panchina. Questo è un plus che Giampaolo non deve assolutamente sottovalutare: a memoria, è dalla stagione 2011/12 che a Milanello non accade. Sette estati fa, la diaspora dei senatori portò ad una rivoluzione con annesso (miracoloso) terzo posto sotto l’egida di Allegri, un anno dopo l’avvicendamento tra Max e Seedorf fece da apripista all’infelice parentesi Inzaghi, prima dell’avvento di Mihajlovic che riuscì solamente ad imporsi sull’acquisto di Romagnoli; trascurabili, infine, gli anni di Montella e Gattuso che hanno avuto a che fare più con cambi societari che con campagne acquisti effettivamente ragionate. Non più “giorni del condor”, non più “passiamo alle cose formali show” (momento comunicativo tristissimo per chi lo fece, lo sostenne e lo condusse): quest’estate c’è la reale speranza di fare le cose sul serio, senza proseliti particolari, senza strombazzamenti, senza sterili sfarzosità. Cose utili, insomma.

A partire dalla trattativa per Krunic, condotta nel silenzio più assoluto: certo, non è un top player ma una buona operazione. La prima firmata Maldini, chiamato a convincere i tifosi della sostanza del suo ruolo ma prima di tutto a farsi valere in un mondo di falchi e di volponi. Dopo la prima giornata di ufficialità – quella di venerdì scorso che ha visto, praticamente in contemporanea, i comunicati sulle nuove qualifiche dell’ex capitano e di Zvonimir Boban oltre alle parole di Gazidis e all’ufficiosità della risoluzione consensuale tra Giampaolo e la Sampdoria, diventata poi ufficiale -, domani potrebbe già essere un nuovo giorno X con le visite mediche proprio per Krunic, mentre nel fine settimana potrebbe essere messo nero su bianco il tassello panchina. Le conferenze di presentazione, però, non saranno immediate: per quelle occorrerà aspettare fino al raduno, fissato per l’8 luglio nella consueta cornice del centro sportivo di Carnago.

Chissà che, per allora, a Casa Milan non si possa già fare i conti con altre ufficialità, tra acquisti e cessioni: tralasciando la delicata questione portieri, resta da capire se “Gattusiani” di ferro come Musacchio, Rodriguez e Calhanoglu troveranno lo stesso spazio nel prossimo futuro, così come occorre far luce su seconde linee come Borini e Castillejo, sul lungodegente Bonaventura e sull’incognita Conti, fino all’affollamento in attacco tra Piatek, Cutrone (fresco di assist in Under 21) e il rientrante di lusso André Silva. E ancora Biglia e Suso, Kessie e Laxalt. Tante matasse da dipanare, ma che l’attuale “rebelot” delle panchine nostrane, tra vecchie vedove di Conte e novelli giustizieri di Sarri, potrebbe rendere meno indigeste all’occhio di bue di chi fa informazione.

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