Bennacer: “Darò tutto per la mia squadra. Il Milan è il mio punto di partenza”

In vista dell’esordio a San Siro con la maglia del Milan, il neo acquisto rossonero Ismael Bennacer è intervenuto ai microfoni di DAZN. Sabato pomeriggio, mister Giampaolo gli affiderà le chiavi del centrocampo. Di seguito le sue parole.

Sull’arrivo al Milan: “È il frutto di un gran lavoro. Questo è solo un punto di partenza. Il Milan mi ha cercato prima della coppa d’Africa. Io sono un tipo paziente, non amo prendere decisioni tempestive. Ho detto al mio procuratore di filtrare le offerte, di chiamarmi solo quando ci fossero state squadre con un interesse concreto. Lui mi ha detto: “Guarda che il Milan ti vuole più di tutti”. Poi, per me, è stato importantissimo ricevere la chiamata di Giampaolo, quando mi ha detto di raggiungerlo in rossonero”.

Su Giampaolo: “Mi ha detto che gli piacciono i giocatori come me per il suo modo di giocare, mi ha detto che il mio ruolo è il più importante per lui. Questa, allora, sarà una grande sfida per me: amo le sfide. Mi ha detto anche che farò il regista, ma c’è concorrenza in quel ruolo. A me piace tanto il ruolo di regista. Ovvio, gioco anche da mezz’ala, ma il mio ruolo preferito in campo è quello di regista. Lo faccio da meno di un anno, è vero, per la prima volta ho giocato in quella posizione contro la Juventus, l’anno scorso. Però so che ho grandissimi margini di miglioramento”.

Sulle sue caratteristiche“Quando sono sul campo ho fame. Voglio dare tutto per la mia squadra, sul campo i miei dieci compagni sono la mia famiglia, sono miei fratelli. E io per la mia famiglia potrei morire”.

Sulla Coppa d’Africa: “Non ho ancora del tutto realizzato quello che ho fatto. Alla fine, ho giocato solo 7 partite per l’Algeria. Sono giovane e devo migliorare ma sono contento perché non capita tutti i giorni di poter essere il miglior giocatore della Coppa d’Africa”.

Sul suo look all’arrivo a Milano“Di solito mi vesto in modo discreto, avevo messo quei vestiti ma non pensavo di risultare così appariscente. Ma tranquilli, il mio procuratore mi ha detto: ‘Meno male che sei arrivato a Milano, così puoi andare a comprarti dei vestiti nuovi!’”.

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