Ecco perché Modric non verrà

Il gioco di Modric lo abbiamo capito: ogni anno i suoi agenti e il suo entourage fanno di tutto affinché il nome del loro assistito venga accostato a una squadra blasonata in Europa, un club che potenzialmente o almeno sulla carta potrebbe accollarsi l’oneroso ingaggio del croato e pompano la pista di mercato a più non posso.

L’obiettivo è sempre lo stesso: avere delle migliorie contrattuali dal Real Madrid, club che Modric non vuole lasciare. Almeno finché le merengues gli garantiscono maglia e contratto. Del resto chiunque farebbe come lui. Scusate, ma adesso al di là del tifo per il Milan o per l’Inter, chi mai lascerebbe il Real Madrid da titolare, strapagato e con la possibilità di vincere ogni anno la Champions League per giocare in una delle due milanesi di questi anni? Oltre tutto il Milan di quest’estate sta costruendo una squadra di gente molto giovane, con ingaggi molto leggeri per provare ad abbattere il monte ingaggi e rientrare nei parametri forniti dall’Uefa: una politica lodevole e un progetto lungimirante. Non è detto che porti risultati, soprattutto non in tempi brevi perché quando si costruisce una squadra così giovane, si sa, ci vuole grande pazienza per raccogliere i frutti.

Il progetto mi piace, ripeto, anche se mi rendo conto che la maggior parte di questi giovani, soprattutto quelli nell’orbita di Jorge Mendes siano al Milan per crescere ed esplodere. Quando poi, e speriamolo, arriveranno ad altissimi livelli saranno destinati ad essere ceduti alle “vere” grandi d’Europa. Non al Milan che non lo è più. O meglio lo è solo “di nome”, buono per essere utilizzato da quelli come Modric che hanno bisogno di una “sponda”. Per questo dico, Modric non verrà, non gli interessa venire al Milan a lottare per il quarto posto senza giocare in Europa quando adesso gioca per vincere la Champions. Evitiamo di stare qui a fargli la corte sfrenata e a rimanerci male se non viene.

Uno così, pur fortissimo, non fa parte del progetto tecnico ed economico di Boban e Maldini. Lasciamoli lavorare che, mi sembra, fino a questo momento, hanno scelto una strada per lo meno coerente. Nella coerenza ci metto dentro anche l’aspetto che meno degli altri mi piace, cioè questo affidarsi totalmente alle manovre di Jorge Mendes sia per giocatori in entrata sia per quelli in uscita. Quando ho letto della trattativa per cedere Kessié ancora al Wolverhampton mi è venuto un brivido. Non perché sia inopportuna la cessione dell’ex atalantino che anzi ritengo inadatto a giocare in un centrocampo super organizzato e in una squadra “di possesso” come sarà il Milan di Giampaolo. Anzi, credo che Kessié a quella cifra sia stato l’ennesimo pessimo affare della coppia Fassone-Mirabelli e che venderlo sia un’ottima idea. Quello che dico io è: non facciamo fare tutto a Jorge Mendes. Altrimenti alla lunga diventiamo davvero come il Wolverhampton o il Monaco.

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