Il Milan parte male, ma Giampaolo deve ancora scoprire le sue carte

Difficile immaginare partenza peggiore. Il Milan è rientrato da Udine con zero punti, tante idee confuse, pochi punti di riferimento, un gioco disordinato e zero tiri in porta. Una squadra che non è mai scesa in campo, morta sul nascere in un’altra stagione di ripartenza, ancora una volta dal punto zero. Gli undici titolari nella calda Udine sono gli stessi della passata stagione, quando però nessuno predicava qualità e bel gioco. Il diktat ora è cambiato, con il Milan che ha scelto la bellezza, archiviando la quantità. È cambiato solo il modulo ma non i volti, già noti. I tre centrocampisti adattati e fuori ruolo, Suso trequartista e Castillejo seconda punta al fianco di un Piatek sbiadito e scarico, il peggiore della compagine. Stessi nomi, numeri e schemi differenti, con molti rossoneri snaturati per necessità.

Certamente così non va, ma niente drammi. Vietato ricorrere a sentenze dopo novanta minuti, per un Milan che si ritrova a leccarsi le ferite e a cominciare un percorso tutto in salita. “Non guardo i numeri, guardo solo avanti“, ha detto Giampaolo predicando calma e ottimismo, anche quando i numeri parlano di un Milan sterile, praticamente assente ingiustificato. Giampaolo ha scelto il “vecchio” senza rischiare, giocandosi le carte a sua disposizione ridisegnando il Milan del passato, rivisitato, rimpacchettato. Una brutta sorpresa per Giampaolo e per tutto il mondo rossonero, in attesa di squilli sul mercato o del graduale inserimento dei nuovi innesti, ancora inespressi tra le trame di gioco del mister.

Ieri ad Udine, Leao e Bennacer hanno esordito in campionato con la casacca rossonera. Pochi minuti, ma già tanti spunti. Leao resta il giovane, indisciplinato, ma anche il più fresco dei suoi. Oliare gli ingranaggi prima di partire, per una salita che richiederà energie e numeri fuori dalla norma. Giampaolo avrà certamente appuntato anche i segnali positivi ricevuti da Bennacer, fisicamente non ancora al vertice della preparazione a causa del tour de force estivo. Cattiveria agonistica, corsa, spinta e sempre in anticipo sugli avversari. Gli ingredienti ci sono tutti, ora il mister dovrà solo comporre il suo Milan, nel dettaglio, con il perfezionismo che lo contraddistingue. Il Milan ha già superato la linea di partenza ed ora bisogna solo guardare avanti. Giampaolo può ancora voltarsi, verso la sua panchina. Dove nuovi acquisti, vecchie certezze mai esplose e ritorni fondamentali attendono una chiamata.

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