Boban: “Da dirigente sarà un derby diverso. Non è una partita come le altre”

In esclusiva sulla app ufficiale AC Milan, il Chief Football Officer Zvonimir Boban ha parlato dei suoi Derby vissuti da calciatore e delle emozioni che lo accompagneranno sabato sera quando, seduto in tribuna a San Siro, vivrà la sua prima Stracittadina milanese da dirigente del Club rossonero.

Com’è giocare e vivere un Derby?
Quando si spiega il calcio si dice spesso che non ci sono parole per descrivere certi momenti e il Derby è sicuramente uno di questi. Se non lo hai giocato non lo capisci veramente e anche se lo hai giocato non riesci a descrivere la forza, la passione e anche la pressione che accompagna questa partita. Poi se hai coraggio, se hai personalità, appena tocchi il primo pallone sparisce tutto, come avviene sempre nel calcio. Comunque la vigilia del Derby è diversa rispetto a tutte le altre partite, in cui tante volte devi cercare le motivazioni extra, in questa è quasi l’opposto: devi cercare di rilassarti perché sennò rischi di essere travolto dalle emozioni. È un Derby unico al mondo tra due società che si rispettano ma che hanno una rivalità incredibile, storica e bellissima”.

Qual è il Derby che ti è rimasto nel cuore?
Il Derby del 6-0 è stato pazzesco. Ci fu anche un 5-0 in Coppa Italia ma non è la stessa cosa. Abbiamo avuto anche delle sconfitte, ma le vittorie ti danno grande emozione, sono quelle che si vogliono sempre ricordare. Poi, personalmente, ricordo un gol abbastanza strano che ho fatto, ma divertente, rubando il tempo a Frey che era il portiere dell’Inter. Sono legato a quel gol perché è stato uno di quelli in cui ho dovuto pensare molto velocemente a come rubare il tempo agli avversari in maniera improvvisa, di esterno”.

Il tuo rapporto coi tifosi del Milan?
Sinceramente non ho mai pensato al mio rapporto coi tifosi del Milan durante i Derby. Ho sempre pensato al mio rapporto con la maglia rossonera – che poi ovviamente i tifosi valutano – e per quello che potevo dare – e i tifosi valutano anche questo. Quindi io non ho mai pensato al mio rapporto coi tifosi, sta a loro valutare com’ero come persona, come calciatore. Vedere però quelle scritte, quelle creatività, quelle coreografie, soprattutto da parte dei nostri tifosi che sono più creativi, mi divertivano tanto”.

I rituali e le scaramanzie pre-Derby?
Prima delle partite avevo i miei rituali, come ogni calciatore e ogni allenatore. Non è questione di scaramanzia, è questione di ritmi: quando legavo le scarpe, come le legavo, per quanto tempo ascoltavo la musica con il walkman, ascoltavo sempre le stesse canzoni, le parole che mi ripetevo prima della partita. C’erano delle cose molto personali che facevo prima della partita”.

Quello di sabato sarà il tuo primo Derby in veste da dirigente, sei emozionato?
Da dirigente è il primo Derby e sarà una emozione diversa ma comunque è sempre diversa in ogni Derby. Al termine della partita precedente al Derby si inizia a parlarne e a viverlo. Milano è una città che vive il Derby in maniera pazzesca, ognuno lo vive, anche chi non è interessato al calcio quando c’è il Derby lo vive come se fosse innamorato del calcio sempre e completamente. Da dirigente è diverso rispetto che da calciatore e sinceramente cerco di essere calmo e di vedere le cose con logica calcistica per migliorare tutti insieme”.

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