Dalle idee opache di Giampaolo ad un Milan senza anima, è crisi in tutti i fronti

Perdere si può, ma il Milan visto contro l’Inter sabato scorso è risultato senza personalità, senza idee, senza anima. Il punto su questo opaco momento

IL MERCATO ESTIVO

I paletti del Fair Play Finanziario hanno reso tutto molto complicato. La decisione dell’UEFA di squalificare il Milan dalle Coppe Europee ancor di più. Maldini e Boban, in compagnia di Massara hanno dovuto fare i salti mortali per convincere ogni singolo giocatore a scegliere il club rossonero. L’immagine e credibilità di due colossi storici, ex calciatori, come loro avrebbero aiutato in parte il mercato milanista. L’unico vero arrivo eccellente è quello di Theo Hernandez, prelevato dal Real Madrid per una cifra di ben 20 milioni di euro, dopodiché il calciomercato del club di Via Aldo Rossi ha regalato colpi promettenti ma non certezze: da Leao a Bennacer (unici ad aver espresso buone basi tecniche e personalità), da Krunic a Duarte (mai visti in campo), sino a Rebic giocatore non di certo abile per la trequarti rossonera (botto finale del mercato, ma ancora da rodare).

IDEE CONFUSE

Proprio Rebic è l’argomento principale: prelevato grazie allo scambio con l’Eintracht Francoforte con André Silva. Il croato sarebbe stato acquistato per un possibile 4-3-1-2, abile come seconda punta, per sopperire al mancato arrivo di Angel Correa, corteggiato quest’ultimo l’intera estate. Nei suoi pochi mesi in Italia, Rebic giocò da esterno d’attacco ma senza brillare, a differenza di quanto fece qualche anno più tardi in Nazionale nel Mondiale di Russia 2018. Resterebbe alquanto confusa la scelta del tanto atteso trequartista, visto il gioco con cui si esprimeva la sua Sampdoria. Calhanoglu, ormai diventato ala pura, non sarebbe all’altezza del compito, così come Suso (esterno d’attacco) e Paquetà (mezzala), stesso discorso per il rientrante Bonaventura, duttile in diversi ruoli ma non ancora pronto per ricoprire la posizione chiave del tecnico abruzzese. Da 4-3-1-2, a 4-3-2-1, sino a tornare negli istanti finali della stracittadina milanese al 4-3-3. Una confusione che però la società rossonera ha voluto subito tacere, infatti, come riporta la Gazzetta dello Sport, la fiducia al tecnico rossonero è stata nuovamente riposta.

SENZA ANIMA

Lo stesso Boban, a sessione estiva di mercato conclusa ha più volte ribadito: “Sarebbero serviti un paio di acquisti di esperienza in più” – soprattutto quando si cambia allenatore e sistema di gioco in un solo anno. Un alibi che ad ogni modo non ci si può troppo attaccare, la crisi del Milan di Marco Giampaolo sarebbe evidenziata dalla mancata presenza di personalità, quest’ultima ricca in giocatori come Rafael Leao, Bennacer e Theo Hernandez, guarda caso tre dei sei acquisti del duo manageriale rossonero. Il progetto giovani è allettante, l’esperienza aiuta, ma in questo momento di difficoltà assoluta servirebbe un briciolo di personalità in più, non solo nei giocatori ma anche nell’allenatore, per oscurare i vari problemi creatisi sin qui e puntare ad un obiettivo comune.

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