Derby da “super sfavoriti”? Perché no…

La cosa che meno mi era piaciuta del calendario del Milan era il derby alla quarta giornata. Lo avevo scritto subito. Sapevo che il Milan sarebbe arrivato a questo appuntamento con un cantiere ancora aperto. Molto aperto. La storia di Giampaolo racconta che ha impiegato sempre qualche settimana per trovare l’amalgama delle sue squadre, anche perché non sono mai state composte da “prime scelte”. E questo vale anche per il Milan di quest’anno.

Il mercato è stato fatto in modo un po’ improvvisato e la sensazione è che non sia stato comprato quello che serviva davvero e che non sia stato venduto ciò che si voleva davvero cedere. Le prime tre gare ufficiali hanno confermato le sensazioni e l’idea di confusione ha pervaso anche le scelte tattiche di Giampaolo. Scelte vincolate al mercato di cui sopra. La morale è che in tutta questa confusione sei punti in tre partite siano stati una manna dal cielo. Dall’altra parte quando ero preoccupato dal derby alla quarta sapevo che Conte sarebbe arrivato a punteggio pieno, da capolista. Ho visto i suoi primi allenamenti a Lugano e ho avuto subito la sensazione che la sua squadra potesse diventare davvero una corazzata in grado di stare nei piani altissimi della classifica dall’inizio alla fine dell’anno. Milan e Inter hanno solo tre punti di differenza e nessuna delle due ha ancora incontrato avversari davvero ostici. Per ora in classifica la differenza la fa l’Udinese: con il Milan ha vinto, con l’Inter ha perso. Nonostante ciò, quel punticino in classifica che ha diviso le due squadre pochi mesi fa e che ha permesso all’Inter di andare in Champions League e che al Milan ha suggerito di rinunciare del tutto alle coppe sembra moltiplicatosi a dismisura.

Milan e Inter non sembrano certo lontane un punticino. Purtroppo, dobbiamo ammetterlo, sembrano due squadre e due società di dimensioni e di prospettive totalmente diverse. Non ammetterlo non significa non essere milanisti, ma significa essere miopi o, peggio ancora, voler raccontare le solite balle ai tifosi. Credere che l’Inter goda di buona stampa e il Milan no è uno dei tanti alibi. Credere che l’Uefa ce l’abbia con il Milan e con l’Inter no è senza senso. Credere che Milan e Inter facciano lo stesso campionato e che la differenza sia solo di quel punticino è voler mettere la testa sotto la sabbia. Come vi hanno suggerito di fare in tutti questi anni. Noi, come sempre, preferiamo essere chiari e non abbiamo paura a dire che il Milan si appresta ad affrontare questo derby da sfavorita. In tutto e per tutto. Non lo diciamo per scaramanzia, ma per evidenza dei fatti. L’Inter gioca per vincere il campionato, il Milan per sperare di lottare per il quarto posto. L’Inter ha già una fisionomia di squadra, il Milan deve ancora decidere quale schema utilizzare. L’Inter ha tanti grandi giocatori, il Milan no. L’Inter ha il miglior allenatore del campionato, il Milan no. L’Inter ha il miglior dirigente d’Italia, il Milan no.

Dire questo non significa non avere voglia di sovvertire tutti i pronostici e vincere il derby. Il classico derby da “super sfavoriti” tipo quello di Hateley su Collovati. O, meglio ancora quell’incredibile derby da goduria senza fine tipo il 5-0 in Coppa Italia con Ganz che esulta sotto la Sud. Loro erano l’Inter del Fenomeno, noi il disastrato Milan di Reiziger e Bogarde. O ancora un bel derbone strappato al 90esimo come quello dell’espulsione di Ronaldo dopo che ci aveva fatto vedere i sorci verdi in coppia con Vieri. Quanto sarebbe bello vivere una serata del genere. Consapevoli del fatto che molto probabilmente loro arriveranno davanti in campionato e lotteranno con la Juve per lo scudetto. Mentre noi staremo molto molto lontani. Ma il derby è il derby e sarebbe davvero bello godere almeno una sera. Magari anche solo illudendosi di poter tornare grandi in fretta. Non aggiungiamo altro e prepariamoci a viverlo nel modo migliore.

Chiudiamo con un’indiscrezione che ci è arrivata qualche giorno fa e alla quale non vogliamo proprio credere. La fonte è attendibile e sostiene che ci sarebbero delle divergenze tra Boban e la proprietà. O, più precisamente, tra Boban e Gazidis. Divergenze che potrebbero portare a un prematuro addio del croato. Ripetiamo: non ci vogliamo credere perché ci sembra troppo assurdo. Ma non ci stupiremmo del tutto. Non possiamo, infatti, dimenticare che non più tardi di tre mesi fa Leonardo aveva vissuto la stessa situazione e aveva deciso di tornarmene a Parigi. Non possiamo non ricordare che lo stesso Maldini aveva palesato parecchie perplessità nell’accettare il nuovo ruolo. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte alla scelta di Gattuso che, dopo una buonissima stagione, ha deciso di dimettersi. Non perché aveva un accordo con un’altra squadra, tant’è che non sta allenando nessuno. Ma semplicemente perché non condivideva i programmi di questa società. E se un super milanista come Rino ha fatto questa scelta, purtroppo, c’è da domandarsi il perché.

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