Leao e Paquetà, talento purissimo e istinto. Ma per Giampaolo non basta

Rafael Leao e Lucas Paquetà. Uno è portoghese, l’altro è brasiliano, uno è un attaccante e l’altro è un centrocampista che può agire anche sulla trequarti, uno è arrivato a luglio, l’altro a gennaio, uno ha appena 20 anni ed ha solo giocato nelle selezioni giovanili della sua Nazionale, l’altro ne ha 22 ed è già una presenza costante nella Seleçao verde oro. A primo impatto i due giovanissimi calciatori rossoneri hanno poco in comune, ma facendo un’analisi più accurata, i punti di contatto tra i due sono molti di più di quello che può sembrare. Oltre a parlare la stessa lingua fuori dal campo, infatti, i due sono dei virtuosi con il pallone tra i piedi, hanno una classe purissima e cristallina, amano divertirsi e far impazzire gli avversari con numeri da circo e sono dotati di quella fantasia che spinge molta gente a pagare il prezzo del biglietto. Leao non lo ha ancora fatto vedere con il Milan, avendo giocato pochissimo tra amichevoli estive e Serie A, ma al Lille e nelle selezioni giovanili portoghesi, ha mostrato queste sue doti che a volte lo fanno diventare anche fin troppo lezioso. Paquetà, invece, non perde occasione per dimostrarlo e, anche se in minor misura, ha già incantato i tifosi del Milan con i suoi virtuosismi. Sul web, per esempio, sta spopolando il video della sua veronica di questa notte nella sfida amichevole del suo Brasile contro la Colombia, gara in cui il rossonero è entrato in campo negli ultimi dieci minuti.

Virtuosismi, giochetti, veroniche e colpi di tacco. Tutto materiale da stropicciarsi gli occhi e spellarsi le mani, ma non ditelo a Marco Giampaolo. L’allenatore rossonero, infatti, pur essendo un cultore del bel gioco e del calcio offensivo, non ama particolarmente queste propensioni dei due e non perde occasione per evidenziarlo. Per lui, Leao e Paquetà devono ancora crescere, capire meglio i suoi dettami tattici e devono migliorare per inserirsi al meglio in un contesto di squadra che privilegia la disciplina a tutto il resto. Fatte le dovute proporzioni tra i due, con il brasiliano che è sicuramente più pronto e più esperto del portoghese ed ha già trovato più spazio in queste prime due uscite ufficiali della stagione e, molto probabilmente, ne troverà di più anche durante l’anno, il tecnico rossonero deve e vuole lavorarci ancora tanto per sprigionare tutto il talento dei due ragazzi e per metterlo completamente al servizio della squadra. Concretezza e disciplina da unire all’ottima tecnica di base e alla classe purissima, trasformando l’istinto quasi anarchico, in una “follia” contenuta da inquadrare all’interno di una squadra. Questo è il difficile obiettivo che Giampaolo si pone per cercare di far rendere al meglio Leao e Paquetà.

“Lucas lo vedo come mezzala. Lo devo mettere a posto e disciplinare. È molto istintivo. Rafael è anche lui un istintivo. L’istinto va bene, ma ci sono momenti in cui devi esser ordinato. È appena arrivato e devo capire quale sia la posizione migliore per lui in campo”. Queste dichiarazioni, rilasciate da Giampaolo, dopo l’amichevole vinta in Kosovo contro il Feronikeli poco meno di un mese fa, descrivono alla perfezione il suo pensiero sui due, Pensiero che non è evidentemente cambiato dopo quasi un mese visto e considerato che Paquetà continua ad essere una mezzala per lui, nonostante molti lo vedrebbero meglio sulla trequarti (e forse anche lo stesso giocatore) a correre e faticare di meno, ma inventare di più, e continua ad essere tacciato dall’allenatore abruzzese di essere troppo brasiliano e di guardarsi forse un po’ troppo allo specchio. Stesso discorso vale per Leao al quale Giampaolo non ha ancora trovato la posizione giusta in campo e ha concesso soltanto poco più di un quarto d’ora nelle prime due uscite stagionali. Sarà compito del tecnico rossonero trarre il meglio dai due, continuare il percorso di “italianizzazione” e maturazione di Paquetà e far crescere con calma Leao.

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