Quattro soluzioni per l’attacco del Milan

ANALISI PRELIMINARE

Gli ultimi giorni di mercato non hanno cambiato i numeri del Milan. Né in termini economici, essendo quello fra Silva e Rebic uno scambio praticamente alla pari. Né in termini di reparto offensivo: esce uno, entra un altro.

Detto ciò è chiaro che il croato sia dotato di un eclettismo superiore al portoghese e che quindi aumentino le possibilità in attacco di Giampaolo. Gli elementi offensivi a disposizione dell’allenatore del Milan sono, di fatto, sei. Una prima punta, Piatek. Due seconde punte (all’occorrenza esterni), Leao e Castillejo. Un solo trequartista puro (anch’esso all’occorrenza esterno), Suso. E due tuttofare, Borini e Rebic. Non consideriamo Calhanoglu e Paquetà perché stiamo alle parole di Giampaolo, che ha fatto capire che entrambi possono fare i trequartisti, ma che lui li preferisce in mediana. Quindi lì giocheranno.

È altrettanto chiaro che uno dei sei, difficilmente troverà spazio da titolare in una di quelle posizioni: si tratta di Borini. Ragazzo su cui Giampaolo punta, ma che più spesso ha giocato a centrocampo e che solitamente incide più entrando dalla panchina. Dunque ne restano cinque per tre posti. Qui sotto proviamo ad analizzare quattro soluzioni. Diverse in primis per tre aspetti: modulo, uomini e tempo.

I TITOLARI OGGI

Lo ha detto lo stesso Giampaolo: scordiamoci di veder giocare subito un giocatore appena arrivato in una sua squadra. E allora si fa presto ad escludere Rebic dai titolari almeno per settembre. In attacco, per ancora un po’, il Milan punterà sul solito ibrido 4-3-1-2/4-3-2-1. L’unica certezza è Piatek più avanti di tutti. Con lui sicuramente Suso e probabilmente Castillejo, con Leao che però scalpita. È facile che con questi uomini si prosegui sulla falsariga del modulo ibrido visto col Brescia.

I TITOLARI DI DOMANI

Quando Rebic sarà entrato a pieno nell’idea di calcio di Giampaolo è abbastanza probabile che il posto di Castillejo diventerà il suo. Detto comunque che uno degli aspetti più affascinanti del Milan di Giampaolo è il continuo rimescolare le carte. Con Rebic il modulo tenderà ad essere lo stesso: un ibrido fra 4-3-1-2 e 4-3-2-1, perché il croato è esattamente il tipo di giocatore adatto al ruolo di seconda punta mobile. Con un mancino e un destro, poi, è evidente che l’altra opzione sia un 4-3-3 puro a piedi invertiti. Forza fisica e strappi a sinistra, dal croato, qualità e penetrazioni a destra, dallo spagnolo.

TRIDENTE DI QUANTITÀ

C’è un’altra soluzione a disposizione di Giampaolo che prevede il 4-3-3. Un 4-3-3 diverso per caratteristiche: più centimetri, più corsa e meno qualità. Dentro Leao e fuori Suso. Il portoghese si andrebbe a sistemare a sinistra, con Rebic a destra, ma sarebbero assolutamente interscambiabili. Là davanti rimane il punto di riferimento Piatek. Durante la partita una disposizione del genere permette anche il passaggio al 4-3-1-2 con Rebic dietro agli altri due. Il punto è che per giocare con trequartista e due punte serve tanta qualità e di quelli davanti l’unico a disporne in grosse quantità è Suso: che qui non c’è.

SENZA PUNTI DI RIFERIMENTO

Giampaolo ha già dimostrato di non voler prescindere da Piatek. Il suo Milan non deve essere Piatek-dipendente. Se il polacco non si adatta, la squadra può anche farne a meno. E allora l’ultima soluzione va proprio in questo senso. Il solito tridente ibrido (che in questo caso comprende anche il 4-3-3 puro, oltre ai soliti 4-3-2-1 e 4-3-1-2), senza nessun punto di riferimento. I tre davanti sarebbero Suso, Rebic e Leao e possono essere schierati davvero in tutti i modi possibili. Suso a destra, dietro le punte o accanto a un altro trequartista. Leao esterno, seconda o prima punta. Rebic ovunque. Insomma gli avversari potrebbero davvero non capirci niente.

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