Snaturazione per maturare, orgoglio per incantare: il limbo di Paquetà

Cambiare per migliorare non è poi così facile, anzi. Snaturare le proprie usanze e le proprie credenze che contribuiscono alla forte dose di orgoglio personale poi è ancora più difficile. Maturare, a volte, significa, rinunciare a qualcosa di tremendamente caro per rendere roseo il nostro futuro. Ad esempio, lasciare casa e avventurarsi in una nuova città può essere letto come una rinuncia alla tranquillità del nostro nido famigliare per un incentivo alla nostra carriera. Insomma le scelte di transizione forti non sono facili, specie se nelle rinunce bisogna dire addio ad un tratto distintivo della nostra personalità che è per noi fonte di orgoglio. Il Brasile è terra dalla forte identità e i brasiliani sono un popolo che fa della propria personalità, uno stile di vita.

Il calcio, pane quotidiano dei verdeoro, poi è manifestazione di questa sfrontatezza divertente tramite giocate e invenzioni che formano un cerchio perfetto nelle bocche degli osservatori. Biciclette, palleggi, rabone e dribbling ubriacanti sono la seconda lingua dei brasiliani, un tratto distintivo che rende orgogliosi chi ne è capace. Rinunciare a questa spettacolarità, pertanto, suona come una sorta di snaturazione forte per il giocatore che in un certo senso è costretto a farlo. Ogni giocatore brasiliano che si trasferisce in Europa sa, in cuor suo, che sarà chiamato a maturare calcisticamente. Nel processo di maturazione, chiaramente, vi è l’esigenza di giocare con la testa più che con il cuore o con i piedi, un cambiamento che da molti non è compreso.

Rimaniamo nel recinto rossonero e vediamo come questo processo stia interessando Lucas Paquetà. Il 39 brasiliano è giocatore spettacolare, grezzo e giovane; fa della spettacolarità e delle giocate la sua linfa vitale che a volte lo diventa anche per il Milan, mentre altre si trasforma in punto debole. Se Gattuso lo ha lasciato libero di esprimersi per facilitare il suo processo di adattamento, Giampaolo allenatore saldo nei suoi principi ha deciso di farlo cambiare. La sua spettacolarità non è che sia malvista ma deve diventare utile alla squadra. Paquetà è giocatore che deve europeizzarsi e maturare in alcune situazioni di gioco. Chiaramente la sua fantasia e la sua imprevedibilità sono utili ma non devono essere fini a sé stesse ma corredate da un’intelligenza tattica che deve essere scoperta e facilitata.

In uno scontro di ideologie differenti, quindi, giocatore e allenatore devono inevitabilmente trovare un punto di incontro. Giampaolo deve lasciare qualche valvola di sfogo alla verve fantasiosa del brasiliano, mentre Paquetà non deve prendere come rimproveri, i suggerimenti di Giampaolo ma cercare di farli suoi per crescere come giocatore. Questa intesa, infatti, dovrà nascere non solo per il loro bene ma sopratutto per il bene del Milan, la causa comune che deve rinascere.

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