Kessié, con Pioli si cambia! L’ivoriano studia da mediano a sinistra

Tra le novità più importanti apportate alla formazione del Milan da mister Pioli, c’è la (nuova) posizione in campo di Franck Kessié. L’ivoriano – dal suo arrivo a Milano nel 2017 – ha sempre giocato nello stesso ruolo: mezzala destra di inserimento. Tanta fisicità, inserimenti costanti e, in caso di difficoltà, ritorno in fase di copertura. Le prestazioni dell’ex atalantino non sono però state sempre convincenti e – non a caso – una delle accuse che gli è stata mossa più spesso da stampa e tifosi è quella di essere troppo discontinuo. L’ultima partita ha visto però un Kessié diverso. Spostato sul versante sinistro dello scacchiere tattico, il 79 rossonero è risultato meno presente in fase offensiva, ma sicuramente più utile a fare quel “lavoro sporco” tanto caro agli allenatori e più che mai utile per gli equilibri di una squadra.

Due giocatori in particolare hanno giovato della copertura di Kessié. Stiamo parlando di Theo Hernandez e di Calhanoglu (gli MVP della partita contro il Lecce, guarda caso). Il terzino francese è sicuramente un giocatore a trazione anteriore. Capace di offrire un’alternativa continua in fase offensiva, predisposto a costruire azioni d’attacco, l’ex Real Madrid è però solito lasciare qualche buco di troppo in difesa. Per Calhanoglu è un discorso diverso. Il turco non ha mai veramente convinto dal suo arrivo al Milan, e infatti le critiche nei suoi confronti si sono sprecate in questi anni. Vedendo la sua ultima prestazione contro il Lecce, viene da pensare che il suo rendimento incostante è stato frutto anche delle troppe responsabilità in fase di copertura. In questo contesto, un Kessié 2.0 è quindi fondamentale per valorizzare (anche) altri elementi della squadra.

PIÙ EQUILIBRIO – Questo non vuol dire che Kessié non potrà più vedere la trequarti avversaria. L’ivoriano non è un mediano “vecchio stampo”, e probabilmente mai lo sarà. Il suo deve essere un ruolo di equilibratore in mezzo al campo. Capace di cogliere l’attimo e attaccare quando serve, imprescindibile in fase di copertura quando ci sono zone di campo scoperte. Le premesse scaturite dalla partita contro il Lecce sono ottime, e l’esperimento sembra riuscito. Ora serve quella continuità che gli è mancata fin qui, per consacrarsi definitivamente e allontanare le sirene inglesi che lo vedono lontano da Milano già a gennaio.

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