Milan, dubbi e certezze di una fase difensiva da (ri)organizzare

Partiamo dalla (quasi) sicura linea difensiva che ha in mente Stefano Pioli: Calabria a destra, Romagnoli e Musacchio (con un Caldara rientrante) al centro e la spinta di Theo Hernandez sulla sinistra. Se l’idea iniziale è quella del “la difesa è il primo attacco” – tanto cara a molti allenatori – bisogna sì partire dai singoli, ma non basta. Ogni squadra che difende bene – basti pensare all’Inter di Conte o al Cholismo dell’Atletico Madrid – deve poter fare affidamento a tutti gli uomini in campo, che devono essere capaci di applicare la fase difensiva “a regola d’arte”. Per questo, importante sarà il modulo che Stefano Pioli deciderà di mettere in campo, a iniziare dalla partita col Lecce. 4-3-3 o 4-2-3-1?

CONTINUITÀ – La scelta più logica sarebbe dare continuità al 4-3-3, usato da Gattuso prima e Giampaolo poi. Torniamo un attimo ai giorni pre derby del 21 settembre. L’unica nota positiva del Milan sembrava essere la difesa. La migliore dell’intero anno solare in Italia, con soli 17 gol subiti. Da quel 2-0 firmato Brozovic e Lukaku in poi, il disastro. Tanti gol presi e una sicurezza generale che è venuta a mancare. Ma il modulo non è mai cambiato. L’ultimo 4-3-3 – che ha portato all’esonero di Marco Giampaolo – è lo stesso che aveva portato a quei numeri prima. Per questo motivo, cambiare ora potrebbe essere controproducente. Bisogna focalizzarsi maggiormente sul lavoro dei singoli. In primis Paquetà, già battezzato come mezz’ala in conferenza stampa. Il suo lavoro deve essere di qualità ma anche di quantità. C’è bisogno più che mai delle sue giocate da “brasiliano atipico”, come lo aveva definito Gattuso in tempi non sospetti.

SI CAMBIA – La seconda via è quella del cambiamento, che forse più intriga società e tifosi. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, modulo tanto caro al nuovo allenatore del Milan. Sicuramente più a trazione anteriore, questa disposizione tattica ha permesso ad attaccanti come Icardi, Simeone e Klose di arrivare in doppia cifra. Potrebbe quindi giovare allo spento Piatek. Ma la difesa? In questo caso, il ruolo chiave lo giocherebbero i due in mediana: Kessié e Bennacer (o Biglia). A cui – ancora una volta – si potrebbe aggiungere Paquetà. Inizialmente in posizione di trequartista dietro Piatek, il 39 rossonero avrebbe l’ingombrante ruolo di collante tra centrocampo e attacco. Dovrebbe quindi – in poche parole – essere quel giocatore che si fa trovare pronto in fase offensiva per servire gli attaccanti o tentare il tiro e, ad azione ribaltata, diventare il terzo di centrocampo. Questa ipotesi sarebbe certamente più azzardata, ma potrebbe risollevare le sorti di un Milan (già) sulle gambe e farlo rientrare nella corsa per quel tanto agognato quarto posto.

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