Milan-Lecce, le pagelle: Calha in serata di grazia, ma non basta

DONNARUMMA 6 – Para il rigore dell’1-1, ma non evita il primo pareggio. Il 2-2 sembra francamente imprendibile.

CONTI 5 – Prima sbaglia, poi sprofonda. La tocca di mano in area di rigore e riapre la gara. Non ci arriva sulla respinta di Donnarumma che para il rigore. Chiude in un black-out totale. Occasione sprecata.

MUSACCHIO 6 – Si vede poco, ma fa quello che serve. Puntuale quando viene chiamato a liberare l’area di testa e a far ripartire l’azione.

ROMAGNOLI 6 – Guida la difesa in una serata che, alla fine, si è rivelata più insidiosa del previsto. Sempre attento.

HERNANDEZ 6.5 – Incontenibile sulla sua fascia, difensore di spinta e quantità. Oro per la fase offensiva. Si spegne quando la squadra accusa una certa stanchezza ad inizio ripresa.

KESSIE 5.5 – A volte si trova a fare addirittura il vertice basso della squadra di Pioli, prova qualche inserimenti. Raccoglie poco. (Dal 34′ st REBIC 5.5 – Pressoché nullo).

BIGLIA 5.5 – Autore dell’assist per la rete di Calhanoglu, distribuisce palloni con ordine ma senza strafare. Sanguinosa, però, è la palla persa all’inizio dell’azione che porta al 2-2 finale.

PAQUETÁ 6 – Inizio promettente, poi si spegne come buona parte della squadra. Garantisce poca quantità nel momento del bisogno. (Dal 21′ st KRUNIC 6 – Imposta l’azione della rete del 2-1 con Calhanoglu dopo un ottimo fraseggio. Buon impatto sulla gara).

SUSO 6 – Ci prova, in maniera più ordinata e ficcante del solito. Ma, nella serata di Calhanoglu, rischia di finire in ombra.

LEAO 6 – Toglie punti di riferimento alla difesa del Lecce, inventa con velocità e la sua falcata. Cala nel secondo tempo, cambio inevitabile per ridare freschezza al Milan. (Dal 21′ st PIATEK 6.5 – Torna a segnare su azione. Ed è la cosa più importante).

CALHANOGLU 7.5 – Libero di esprimersi nel ruolo che, probabilmente, gli è più congeniale. Rete di rara bellezza, assist da campione.

PIOLI 6 – Esordio sulla panchina di non facile gestione. Riesce a leggere al meglio quando la squadra necessita dei cambi. Calderoni gli nega la prima gioia.

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