Suso, criticato dai tifosi ma indispensabile per gli allenatori

Non è una novità. Quante volte un giocatore non proprio amato – per usare un eufemismo – dai tifosi è, paradossalmente, il pupillo dell’allenatore? È il caso di Jesus Suso, ormai abituato ai fischi di San Siro e alle critiche da parte della stampa, ma quasi sicuro del suo posto da titolare ogni partita. Mihajlovic, Brocchi, Montella, Gattuso e ora Giampaolo. Ben cinque allenatori si sono succeduti dal suo ritorno a Milanello dopo i sei mesi di prestito al Genoa. Di questi, il solo Mihajlovic lo ha fatto accomodare più di una volta in panchina, non ritenendolo funzionale alla sua idea di calcio. Per gli altri, invece, l’intero progetto ha ruotato – e ruota tutt’ora – attorno al numero 8 spagnolo.

UN CAMPIONE – Così lo ha definito l’attuale allenatore dei rossoneri Marco Giampaolo, basando i suoi dettami di gioco proprio sull’ex giocatore di Genoa e Liverpool. Addirittura un cambio di modulo per farlo rendere al meglio: dal suo 4-3-1-2 – in cui comunque Suso avrebbe giocato – al 4-3-3 attuale che vede l’esterno spagnolo nella sua posizione preferita. Ma siamo sicuri che si tratti di un campione? Un giocatore, per essere definito tale, dovrebbe essere un punto di riferimento per la squadra. Quell’elemento a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà e su cui basare le principali trame di gioco. Al momento si è visto ben poco di tutto questo. Anzi, se è uno dei più bersagliati dai tifosi in campo, un motivo ci deve essere.

ASPETTATIVE – I tifosi in primis. Ma anche la società, la stampa e lo stesso allenatore non possono di certo essere soddisfatti di questo inizio di stagione di Suso. Troppo lento e prevedibile, il numero 8 rossonero vede ormai nelle sue solite due-tre giocate il suo intero repertorio. Non sufficiente per un giocatore che dovrebbe trascinare la squadra (soprattutto) in un momento così buio. Le aspettative sono comunque alte. Lo spagnolo ha le qualità per far bene, pecca forse di quella continuità che lo renderebbe un elemento certamente più funzionale alla causa. Questa sera avrà la possibilità di giocare al Ferraris, lo stadio che in un certo senso lo ha “consacrato” prima di restituirlo al Milan. La speranza è che si possano rivedere sprazzi di giocate che giustifichino il suo status di indispensabile per gli allenatori.

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