A Torino qualcosa si è visto. Da qui bisogna ripartire (di nuovo)

Il Milan a Torino non ha fatto punti, è vero. Ma forse per la prima volta in stagione si è visto qualcosa. Si è vista una squadra che ha avuto coraggio. Coraggio di scendere in campo e giocare con le proprie caratteristiche, con le proprie idee. Pur non essendo di primissimo livello,  La Rosa rossonera non può prescindere dalla qualità.

La squadra di Pioli ha giocato in verticale, aggredendo la Juve rimanendo sempre corta. Questo merito di una linea difensiva alta e le ali sempre accorte a stringere il campo. Le note liete della sconfitta torinese sono Bennacer e Conti su tutti. 

L’algerino ha fatto il metronomo di centrocampo, dettando i tempi di gioco e rischiando anche la palla in verticale. Ha avuto la personalità di farsi dare il pallone anche quando marcato e di scaricarlo con una semplicità che è sintomo di efficacia. Si vedeva che era in fiducia, l’errore tecnico al momento del servizio ha rasentato lo zero. L’unico neo è stato il cartellino giallo subito che significa squalifica e niente Napoli. Una brutta notizia, perché questo era il momento giusto per dare continuità.

L’altro sugli scudi è stato sicuramente Andrea Conti. L’ex Atalanta fino ad ora era stato disastroso quando chiamato in causa, sia nel derby che all’Olimpico contro la Roma. Ieri, invece è stato brillante. Due le buone nuove: coraggio e atletismo. Coraggio perché ha sempre giocato d’anticipo sui tecnici attaccanti della Juve e ha cercato di spingere sempre. Atletismo perché senza questa condizione non si può giocare questa partita.

Anche Paquetà, seppur per un tempo, è stato positivo. Sua, infatti, l’occasione più pericolosa della partita rossonera che ha impegnato in maniera seria Szczesny. L’invito al brasiliano l’ha servito proprio Conti, dimostrando una buona intesa sull’asse di destra. Con il passare dei minuti, però, è sceso di intensità e mister Pioli l’ha richiamato in panchina, facendogli fare addirittura il mediano nel 4-2-3-1 in fase di possesso. Mossa coraggiosa del tecnico parmense, a dimostrazione che non si accontenta.

Confermato su buoni livelli anche Calhanoglu. Il turco è il vero fulcro offensivo del Milan e in più di un’occasione ha impensierito il portiere polacco dalla distanza. Come Bennacer, però, al rientro della sosta non ci sarà perché diffidato e ammonito. Se il Milan cercasse un appiglio morale da cui convertire la stagione, quello di ieri sera può certamente essere utile.   

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