Boateng: “Se le cose contro il razzismo non cambiano, organizzerò io una task force”

Kevin Prince Boateng, ex campione d’Italia con il Milan nella stagione 10/11, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera che farà molto discutere. Tanti i temi toccati dall’attuale attaccante della Fiorentina. Il più spinoso è sicuramente quello del razzismo. Prince, in merito alla chiusura della curva del Verona per Hellas-Fiorentina di domenica, ha dichiarato: “Non mi basta che dopo gli insulti a Balotelli venga impedito l’accesso a una parte di tifosi. Io spero sempre in comportamenti positivi e mi auguro che il pubblico qualcosa abbia imparato e non replichi più certi atteggiamenti. Da dopo il mio episodio del gennaio 2013 le cose non sono cambiate, anzi sono peggiorate. Allora giocavamo un’amichevole con pochi tifosi, ora questi episodi si verificano frequentemente in campionato. Ci vogliono delle misure drastiche come la squalifica del campo o multe per le società i cui tifosi si macchiano di gesti simili. Altra soluzione può essere la sconfitta a tavolino. Negli stadi ci vogliono le telecamere per invidiare chi compie queste azioni. Nel 2020 organizzerò io una task force con eventi se le cose non dovessero cambiare. Coinvolgerò altri calciatori perché sono stufo! La gente non capisce come ci si sente quando torniamo a casa dopo episodi del genere. Divento pazzo quando sento commenti del tipo “tanto guadagni 5 milioni”, addosso restano cicatrici che non si possono cancellare”.

L’intervista poi prosegue e si parla anche di calcio giocato. Boateng sulla Fiorentina ha risposto: “Ero in procinto di avviare una conference call con l’Eintracht quando Pradè chiama il mio procuratore. Parla con lui al telefono e dopo cinque minuti mi dice “ti amo”. Dopo altri dieci minuti, Commisso dà l’ok al mio ingaggio. Io e Ribery siamo pazzi uguali. Quando smetterà, di lui si dirà che è stato una leggenda. Mi piace perché davanti alle critiche non si nasconde. Ha le palle. Non è impossibile trattenere Chiesa a fine stagione. Dipenderà dalla sua volontà.

Sull’allenatore da cui ha imparato di più, Prince ha risposto in questo modo: “Ho sempre cercato di carpire da ogni fuoriclasse un segreto. Da Ibra la professionalità, da Pirlo la calma, da Ronaldinho la gioia, da Messi di evitare di tirare come un matto in porta. Allegri mi ha insegnato l’importanza di difendere. Klopp è il migliore di tutti: ha carisma, vai in campo e vorresti morire per lui.”

Inoltre come ultima domanda gli viene fatta quella riguardante i tempi in cui passava “notte folli” spendendo una fortuna. L’attaccante ha risposto così: “Non mi pento di quegli eccessi. Mi hanno aiutato a crescere. Stavo male, cercavo la gioia nelle cose materiali e ho sbagliato. All’epoca non ero molto professionale, lo sono diventato troppo tardi. Nonostante questo, sto facendo una bella carriera”.

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