Suso: “Potevo lasciare il Milan ma non l’ho fatto, ai tifosi dico che…”

Lasciato in panchina da Stefano Pioli contro la Spal, Jesus Suso entra e dopo soli sei giri di orologio trasforma una punizione in un goal importantissimo, decisivo per regalare i tre punti ai rossoneri. Salta il match contro la Lazio di Simone Inzaghi per sospetta pubalgia e domenica allo Stadium ci sarà per affrontare la capolista Juventus.

ALLA RICERCA DEL PRIMO GOAL FUORI CASA

I rossoneri non sono mai riusciti a vincere nella nuova casa della Vecchia Signora. Ci proveranno quest’anno contro tutti i pronostici, che danno ovviamente per favorita la squadra bianconera. Suso, dopo essersi sbloccato a San Siro, vuole trovare il goal anche fuori dalle mura amiche, che gli manca dal 21 gennaio 2019, quando il Milan batté il Genoa (0-2) a Marassi.

SUSO VITALE MA LA SOCIETÀ...

Come lo era stato per i recenti allenatori, anche per Stefano Pioli, Suso è un giocatore fondamentale. Le sue qualità tecniche, se utilizzate con cura e continuità possono risultare decisive per il cammino rossonero.

Intanto, come riporta Tuttosport, lo spagnolo starebbe aspettando ancora la chiamata della società di Via Aldo Rossi, che starebbe ancora decidendo se rinnovargli il contratto oppure inserirlo nella lista dei possibili partenti per far registrare una grande plusvalenza.

L’INTERVISTA

Inoltre, come riferisce Gazzetta.it, domani su Sportweek, uscirà un’intervista a Suso, ma intanto rilascia qualche anticipazione.

Sul Milan: “Adoro stare al Milan. Potevo andarmene due anni fa, ma non l’ho fatto. Sono rimasto qui perché lo volevo. Sono costato zero? Significa che allora il mio rendimento è buono“.

Sulle critiche: “I tifosi hanno il diritto di fischiare me o la squadra se non stiamo facendo bene, ma io non ho motivo di dimostrare nulla. Le persone sanno cosa posso dare. Se mi critica, significa che sa che posso dare di più. Se un calcolatore non viene fischiato, significa che da lui non pretende nulla“.

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