Bonaventura: “Ho pensato di non tornare quello di prima. Il gol una liberazione. Europei? Sono libero a giugno…”

Il centrocampista del Milan Giacomo Bonaventura in vista del match di domenica prossima contro l’Atalanta, sua ex squadra, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN:

Sull’infortunio: “E’ difficile quando le cose non vanno bene, ho certo di fare il possibile per vivere questa situazione in maniera non troppo pesante. La sofferenza è stata giocare con il dolore. Ho giocato tanto con il dolore, ho preso un sacco di anti infiammatori. Non riuscivo ad esprimermi al massimo, non ce la facevo più e l’operazione è stata inevitabile. La salute, in quel caso, è venuta prima di tutto”.

Sul rientro: “Se ho pensato di non tornare più come prima? Più di una volta. Nei primi periodi, dopo l’operazione al ginocchio, pensavo spesso “chissà se ce la farò a tornare a giocare, a scattar come prima”. I dottori mi avevano detto di sì. Avevo grande fiducia in tutti e dentro di me sapevo che sarei rientrato. È ovvio che è sempre un’operazione e qualche dubbio ce l’hai sempre. Perdi un po’ di fiducia, ma dentro di me lo sapevo che ce l’avrei fatta a tornare. Aiutati che Dio ti aiuta. Io ci ho messo tanto del mio e ho affrontato questo problema fisico che quando si gioca a pallone, si mette in conto. Anche da queste cose si possono tirar fuori i lati positivi”.

Sul periodo post-operatorio: “Vivevo alla giornata. La cosa che mi dava più fastidio era vedere gli altri giocare, magari la squadra che non andava bene con qualche sconfitta. Stare a casa a guardare la partita senza poter dare una mano, è stata una parte dura. Poi per il resto volevo fare le cose per bene, andando a Milanello ad allenarmi. Allenarmi è sempre un piacere. Ho pensato a viverla positivamente visto che sono cose che, dentro una carriera, ci possono essere”.

Sul gol contro il Napoli: “Era tanto che stavo fuori e risentire San Siro che esulta a un mio gol è stata una liberazione. Avevo accumulato un po’ di rabbia perché non stavo giocando tanto, ma io mi sentivo bene. Quindi c’è stata tanta emozione, perché è stata una liberazione in una partita così importante”.

Sulla chitarra: “Se la suono ancora? Ogni tanto sì. È un mio hobby e capita di suonarla per passare una mezz’ora. Mi rilassa. Quando uno suona, deve essere concentrato e stacca da tutto il resto. Mi capita, quando torno da Milanello, se ascolto qualche canzone che mi piace, cerco le note e provo a suonarla. Canzone del momento? Io sono un fan del Coldplay e adesso è uscito il nuovo disco. Una di quelle nuove direi”.

Sui suoi idoli: “Michael Jordan. Più di tutti rappresenta questa figura perché era un trascinatore. Quando c’era da fare il punto decisivo, si faceva dare la palla e nelle situazioni difficili si prendeva la squadra sulle spalle”.

Se si sente leader nel Milan: “Penso che il leader venga eletto dal gruppo. Non è uno che si proclama leader. Cerco di fare il meglio e dare il massimo, che è la cosa che conta più di tutti. La qualità che mi ha aiutato negli anni è stata la perseveranza. Se si lavora con passione e con amore per lo sport che si pratica, qualcosa di buono viene sempre fuori”.

Su Colantuono: “Grande gratitudine per lui. All’inizio, per farmi mettere in campo, dovevo fare sempre meglio degli altri. E m’ha fatto crescere tanto. Nelle difficoltà, uno tira sempre fuori il meglio di sé stesso. Ha usato più il bastone che la carota. Urlava tanto. Finite le partite, rivedendola dentro di me, vedevo i miei errori e già sapevo dove mi avrebbe corretto alla ripresa degli allenamenti”.

Su Atalanta-Milan: “Bergamo è sicuramente una città che mi fa emozionare. Sono stato tanti anni, ero molto giovane. Ho passato anni bellissimi e ho conosciuto gente che lavora per l’Atalanta con grande amore per la Dea. Tornare a Bergamo è speciale. Sono contento anche che l’Atalanta sia diventata una realtà importante del calcio italiano”.

Sui suoi viaggi: “Quando abbiamo il mese libero, viaggio spesso. Torno anche a San Severino Marche, il mio paesino. Cerco sempre di visitare posti nuovi perché mi ispirano. Vedere posti nuovi ti fa conoscere culture diverse e modi di pensare diversi. Il viaggio più bello, fino ad ora, è stato in Cambogia. Perché è un posto che ha sofferto negli ultimi anni, ma ora sta risorgendo. C’è anche il mio amico Honda che è il CT della loro nazionale ed è stato un bel viaggio. Il prossimo viaggio? Non ci ho ancora pensato”.

Sull’opportunità agli Europei: Sono libero a giugno, non ho preso impegni e cercherò di fare il mio meglio con la maglia del Milan. La nazionale è un sogno e spero che possa fare un grande europeo. Vorrei parteciparci, però devo pensare a lavorare con la mia squadra e poi vedremo cosa succederà”.

Impostazioni privacy