Borini, spirito di sacrificio ed attaccamento alla maglia: ma non sarebbe servito a questo Milan?

L’avventura di Fabio Borini al Milan sta per concludersi. Il giocatore, verosimilmente, lascerà Milanello nella prossima sessione di mercato invernale. Dopo essere arrivato nell’estate dei grandi colpi come riserva e non tra la gioia dei tifosi che attendevano festanti all’aeroporto, si è silenziosamente creato il suo spazio. Poche le qualità tecniche e poca la differenza che ha fatto in due anni e mezzo di Milan, come poche le gare da titolare. Ben di più quelle da subentrato, con anche qualche gol all’attivo e qualche prezioso contributo alla causa rossonera.

Un vero e proprio jolly per Gattuso, un mistero per Giampaolo prima e Pioli poi. L’involuzione di Borini, da prima riserva e talvolta anche titolare, ad oggetto misterioso scomparso dai radar di Milanello ha portato ad un’imminente cessione che chiuderà la parentesi rossonera di Fabio. Terzino, mezzala, esterno ed anche centravanti all’occorrenza, con Gattuso Borini ha ricoperto quasi tutti i ruoli con quello spirito di sacrificio ed un attaccamento alla maglia non indifferente. Anche in ruoli non suoi, lui che nasce attaccante, ha saputo aiutare un Milan in difficoltà e fare ciò che gli chiedeva Gattuso, forse intenzionato a ripagarlo vedendo il sacrificio e la voglia che ci metteva sia in allenamento che in partita.

Forse è proprio questo che manca al Milan di oggi, al Milan di quest’anno che non riesce ad ingranare e si perde in situazioni che sono più grandi di lui. Una figura di esperienza e carisma avrebbe fatto forse comodo ad una squadra giovane alla ricerca più di ogni altra cosa della continuità. Più che per doti tecniche e capacità di fare la differenza, Borini al Milan è stato spirito di sacrificio ed amore per quei colori che più di tutti oggi stanno soffrendo.

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