Il Milan ritrova (finalmente) Piatek: al centro del gioco e decisivo

Un altro gol su rigore, il terzo su quattro gol totali. Numeri non eccellenti, con gol che non entreranno negli archivi per bellezza e spettacolarità. Al Milan bastava ritrovare il Pistolero, quello vero e concreto della passata stagione. Così è stato a Bologna, il giorno dopo le parole di Pioli che hanno custodito in una bolla di vetro il numero nove a secco di reti da sei gare. “Non c’è un caso Piatek“, aveva infatti detto il tecnico dei rossoneri. Un chiaro messaggio al Pistolero che a secco di reti aveva intrapreso un burrascoso percorso in discesa libera, verso un crisi che lo aveva escluso dal gioco e dalla crescita graduale dei rossoneri. Una nota stonata in mezzo ad una musica quasi melodica che ha contribuito indubbiamente allo sblocco psicologico e realizzativo del Pistolero. Ieri la svolta: un rigore pesantissimo (procurato e realizzato) che ha messo una pietra sopra ad un periodo da dimenticare: con carattere e determinazione Piatek si è presentato sul dischetto dando un segnale a tutta la squadra ma anche – e sorpatutto – a sé stesso.

C’è anche Piatek tra le dinamiche della compagine, c’è anche il suo lavoro di sponda, di spinta, di falli conquistati e di lavoro per allungare la squadra. Piatek c’è e finalmente ha ripreso il suo posto nel cuore dell’attacco, a sostegno dei compagni, finalizzatore quanto basta ma sopratutto con un carattere e uno spirito intraprendente e dinamico. Zero minuti per Leao a Bologna, una gara perfetta sotto tanti punti di vista di Piatek: per Pioli comincia a delinearsi anche la gerarchia del suo attacco, in attesa del mercato di riparazione di gennaio. La cura di Pioli inizia a dare i primi frutti e con il recupero di Piatek il suo Milan comincia a prendere davvero forma con la squadra che sa soffrire e reagire, un centravanti che lavora per la squadra, una difesa che si muove in linea e all’unisono e una panchina che garantisce ricambi di quantità e qualità.

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