La panchina che funziona. Con Pioli la rivoluzione passa anche dai subentrati

VERSO BERGAMO – Dopo qualche giorno dalla gara contro il Sassuolo che ha visto, oltre un’anticipazione della festa dei 120 anni dei rossoneri, concludersi il trittico emiliano anche se con un po’ di amaro in bocca. In seguito ai successi di Parma e Bologna non è arrivato il tris contro la squadra di De Zerbi che è riuscita a tener botta, anche con una buona dose di fortuna, alla compagine di Stefano Pioli. La striscia vincente si ferma dunque a due vittorie consecutive ed ora è tempo di preparare l’ostica sfida contro la Dea. Nonostante non siano arrivati i tre punti, lo spirito deve essere lo stesso di Domenica pomeriggio. Gioco, verticalizzazioni e conclusioni, migliorando la precisione sotto porta e sperando in un po’ più di fortuna. I presupposti per disputare una gara di alto livello ci sono, soprattutto contro una squadra reduce da una sconfitta inaspettata e qualche assenza importante ma comunque dotata di grandi giocatori che hanno trascinato il team agli ottavi di Champions League. La banda di Gasp corre e pressa molto, ma considerando i numerosi impegni ravvicinati potrebbe iniziare a pesare un po’ di stanchezza fisica. Ecco perché l’arma in più dei rossoneri, come si è visto contro il Sassuolo, devono essere i subentrati. Paradossalmente, dopo una gara condita da gol sprecati, lo zampino vincente lo stavano per mettere due giocatori che con i primi palloni toccati hanno sfiorato il colpo dell’1-0.

L’ARMA IN PIÙ DI PIOLI – Stiamo parlando di Rafael Leao e Lucas Paquetà. I due, partiti dalla panchina e subentrati dopo oltre un’ora di gioco, hanno avuto tra le occasioni più pericolose nella ripresa per poter bucare la porta dei neroverdi. Tra l’altro nei primi palloni toccati. Segno che l’atteggiamento dei subentrati è quello giusto e che può rivelarsi l’asso nella manica di Stefano Pioli, la cui rivoluzione evidentemente comprende anche coloro che non scendono consuetamente in campo dal primo minuto. Leao, dopo un inizio promettente, sta pagando la rinascita del pistolero ed ultimamente non è mai stato schierato da subito. La sua ultima gara da titolare è stata Roma-Milan di quasi due mesi fa, da quel momento in poi Piatek ha sempre avuto la meglio. Sconsolato? Niente affatto. Il portoghese entra al minuto 78 ed esordisce con due conclusioni eccezionali che fanno tremare la traversa ed il palo alla sinistra di Pegolo. Chance dal primo minuto a Bergamo? Palla a mister Pioli. Discorso simile per Lucas Paquetà. Dopo un difficile inizio con Giampaolo, non è ancora arrivato quel salto di qualità che tutti si aspettano. Ed i fatti lo dimostrano. Nelle gerarchie del mister è finito alle spalle di Jack Bonaventura, che dopo Napoli sta diventando un vero e proprio punto di riferimento per la squadra. Le qualità del brasiliano sono indiscutibili ma è evidente che manchi ancora quella forza di volontà che gli ha permesso di fare la differenza con Gattuso, probabilmente a causa di un periodo negativo che anche dopo l’esonero di Giampaolo non ha avuto ancora una svolta significativa. Qualità che si sono viste anche contro il Sassuolo. Il primo pallone toccato è una conclusione pericolosa verso la porta di Pegolo, miracoloso come altre volte durante il match, dopo che Bonaventura aveva fallito due grandi occasioni sotto porta. Difficile pensare che Paquetà possa prendere il posto dell’ex Atalanta, ma non è da escludere che l’allenatore opti per un centrocampo tutto tecnico con il brasiliano al posto di Kessie. Anche qui la decisione finale in vista di Bergamo spetterà a Stefano Pioli. Con lui la panchina sembra stia tornando a funzionare.

Impostazioni privacy