Milan, che investimenti precari. Il confronto con le altre concorrenti alla zona Champions League

ACQUISTI POCO REDDITIZI – Nella miriade di problemi che girano attorno alla squadra di Stefano Pioli, un dato che balza all’occhio è la carenza di reti messe a segno. Il Milan ha di fatto siglato 16 reti in 17 partite, statistica che parla da sé, incassandone 24. Paradossalmente, il Genoa ultimo in classifica ha segnato di più, ed anche le neopromosse Lecce ed Hellas Verona. La preoccupazione sta nel fatto che i rossoneri quest’estate hanno sborsato all’incirca 101 milioni per rinforzare una rosa che si prevedeva dovesse competere per raggiungere le zone d’alta classifica, dopo la sfiorata qualificazione alla Champions League con Gattuso. Invece, dopo oltre 4 mesi, il Milan si trova a metà classifica a 21 lunghezze dalla vetta ed a 14 punti dall’obbiettivo stagionale. Sicuramente non la situazione in cui Maldini & co. contavano di ritrovarsi. Il doppio cambio di allenatore, l’inefficacia dei nuovi, il negativo rendimento dei ‘veterani’. Tutti segnali di una gestione fallimentare che ora si ritorce, inevitabilmente, sul percorso della squadra. Se osserviamo le statistiche degli acquisti estivi e le confrontiamo con le cifre spese dalle concorrenti, è facile intuire come il club di via Aldo Rossi non sia una società in grado di mettere a segno colpi efficienti e di valorizzare giocatori nel medio termine al pari delle altre big. Club come Lazio, Atalanta e Cagliari hanno saputo spendere il minimo ed ottenere il massimo, compiendo affari che, volendo, potrebbero fruttare fiumi di milioni. Basti pensare a Milinkovic-Savic, acquistato per 9 milioni dal Genk ed accostato l’anno scorso al Manchester United per 80, quasi dieci volte il suo valore iniziale. La cessione estiva più importante dei rossoneri è stata Patrick Cutrone per 23 milioni di sterline, cifra senza dubbio rivedibile vedendo, ad esempio, i 30 milioni spesi dall’Everton per Kean.

CONFRONTI CON LE CONCORRENTI – Mettendo da parte Bennacer e Theo Hernandez che si stanno rivelando pedine utili nello schieramento di Pioli, prendiamo in considerazione gli altri 3 innesti di mercato: Leao, Krunic e Duarte. Il costo complessivo dei tre giocatori è all’incirca 46.5 milioni di euro. Il portoghese ex Lille ha collezionato un gol ed un assist in 17 partite, Krunic e Duarte appena 6 match da titolari in due. Quasi 50 milioni, evidentemente, spesi male, ancora peggio se si pensa al passivo di bilancio che in questi anni hanno accumulato le diverse proprietà. Alle stesse cifre la Lazio si era accaparrata a suo tempo gente come Immobile, Correa, Luis Alberto e Milinkovic-Savic, autori di quasi il doppio delle reti di tutto il Milan. Giocatori valorizzati nel tempo da Simone Inzaghi che ora può contare su tecnica e prolificità, viste le 17 reti di Immobile (capocannoniere della Serie A) e gli 11 assist di Luis Alberto (al pari in Europa con Kevin De Bruyne del Manchester City). Il Cagliari, a soli sei punti dalla Champions, ha segnato più di tutti i rossoneri con i soli Joao Pedro (1.3 milioni), Simeone (3 milioni di prestito oneroso) e Nainggolan (prestito gratuito fino a Giugno), per i quali sono stati sborsati complessivamente appena 4.3 milioni di euro, cifra inferiore all’ingaggio di Gigio Donnarumma. L’Atalanta, che disputerà gli ottavi di Champions League, ha messo a segno 22 reti solamente con i contributi del Papu Gomez, Ilicic e Muriel, per i quali la Dea ha speso poco più di 25 milioni di euro a suo tempo. Cifra che il Diavolo ha investito quest’estate per Rafael Leao. Confronti a dir poco umilianti per i rossoneri, chiaramente al di sotto delle concorrenti che ottengono il massimo spendendo il minimo.

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