Milan, ci siamo quasi. Ecco cosa manca ai rossoneri per completare la rivoluzione Pioli

POST BOLOGNA – Era la gara da non sbagliare e così è stato. Il Dall’Ara è stato l’apice di ciò che di buono i rossoneri hanno costruito nelle ultime settimane. Gol, intensità e idee ben chiare, finalmente anche sotto porta. Tre reti il Milan non le metteva a segno dall’ultima gara dello scorso campionato in casa della Spal, tra l’altro terminando il match con il medesimo risultato. Ma a distanza di sei mesi, questa vittoria ha un sapore completamente diverso. Tre punti fondamentali soprattutto sul piano mentale che permettono alla banda Pioli di affacciarsi in quella parte della classifica che fino a qualche settimana fa sembrava un miraggio. Ed è solo l’inizio. Se la squadra dovesse mantenere questo atteggiamento per il rush finale del girone d’andata e per la seconda parte di stagione allora il popolo rossonero potrebbe tornare presto a sorridere. Certamente non sono sufficienti due vittorie per dimenticare tre mesi di oscurità ma è già un ottimo segnale, soprattutto per quanto concerne la qualità di gioco che durante la gestione Giampaolo risultava precaria. Adesso i  rossoneri hanno acquisito consapevolezza dei propri mezzi, costruiscono e giocano senza pressioni e forse è stata proprio questa l’abilità del tecnico del Milan. Dopotutto lo ha ribadito lo stesso Pioli nel post partita di ieri sera, adesso la squadra sta mettendo il giusto atteggiamento e non a caso i risultati stanno iniziando ad arrivare. Ora i rossoneri devono essere abili a mantenere la concentrazione e proseguire la striscia positiva contro il Sassuolo, a San Siro, e prepararsi al meglio per affrontare l’Atalanta in quel di Bergamo. E magari sotto l’albero di Natale un regalo proveniente dalle MLS…

COSA MANCA – Eppure per completare il cerchio manca ancora qualcosa. Se stessimo parlando di percentuali, la crescita del Milan sarebbe vicina ad un 80%. Per raggiungere il punto massimo mancano ancora un pizzico di attenzione e maturità. Prendiamo come esempio la gara contro il Bologna. I rossoneri entrano in campo con la giusta determinazione e la sbloccano dopo appena un quarto d’ora con Kris Piatek per poi firmare il raddoppio 17 minuti dopo. Andare negli spogliatoio con due reti di vantaggio avrebbe portato ad un secondo tempo probabilmente più tranquillo, alla ricerca del gol che avrebbe chiuso i conti. Invece a 5 minuti dall’intervallo arriva lo sfortunato autogol di Theo Hernandez che rimette in partita il Bologna. Naturalmente è molto difficile non subire nulla per 90 minuti, ma la rete dei rossoblù è comunque frutto di un calo di attenzione in marcatura del terzino francese, troppo irruento nel voler anticipare l’avversario che gli stava scappando via. Il secondo tempo è il copione del primo. Il pallino del gioco è del club di via Aldo Rossi che firma il 3-1 con Jack Bonaventura salvo poi vedersi ancora in vantaggio per un solo gol a causa di un calcio di rigore. Gli ultimi minuti, come era prevedibile pensare, sono stati di sofferenza nonostante la difesa rossonera sia sempre stata efficace. Risultato finale: 2-3, con un Milan che ha fatto tutto da solo. I tre gol a suo favore e pure i due a sfavore. Ecco dunque che per completare il percorso di crescita manca un ultimo tassello, la gestione della partita. Un Bologna quasi innocuo poteva beffare i rossoneri nella maniera più assurda possibile, senza mai aver impensierito seriamente Gigio Donnarumma. Del resto è andata così a Torino e pure contro il Lecce. Questa volta no ed è un segnale importante. La strada è quella giusta, ora bisogna proseguire.

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