Paradosso Leao: il percorso in rossonero del portoghese

All’inizio di questa stagione, Rafael Leao si è presentato al mondo rossonero quasi in punta di piedi, a prescindere dal prezzo del cartellino sborsato dal club di Via Aldo Rossi, 35 milioni di euro, non pochissimi per un diciannovenne. Il suo percorso è stato caratterizzato ovviamente da un avvio di stagione particolare del Milan di Giampaolo che come ben sappiamo faceva molta fatica ad ingranare.

PRIMA – Paradossalmente, con il primissimo Milan di questa annata, mi riferisco alle 7 giornate che hanno aperto il campionato rossonero, Leao è stato considerato e gioco-forza schierato in campo molto di più rispetto a quanto accaduto fino ad ora con la successione di Pioli sulla panchina. Il punto del discorso è proprio questo, Rafael Leao ha esaltato e messo in mostra il suo talento soprattutto nei momenti in cui il Milan si è trovato in difficoltà. Tra gli esempi, la serata più critica di questa stagione rossonera, ovvero la sconfitta per 3-1 a San Siro contro la Fiorentina.

DOPO – Con l’arrivo sulla panchina rossonera di Stefano Pioli le cose sono radicalmente cambiate, come se tutto il lavoro precedentemente fatto, lavoro ovviamente discutibile, si fosse azzerato.

Ecco allora che a non beneficiare dell’evoluzione in corso di questo Milan, sia proprio il ragazzo classe ’99, che subentra in qualche occasione a Piatek ma effettivamente senza incidere o dare una mano concreta in ambedue le fasi. Tutto questo fino ad arrivare a Milan-Sassuolo. Ha ragione Pioli, quando racconta di un giocatore che nelle scorse partite non aveva dato lo stesso apporto di ieri pomeriggio. Perché il portoghese contro i neroverdi ha giocato e creato tanto, ma nel recente passato raramente lo si era visto su questi standard. La sfida di ieri, almeno da un punto di vista mentale, può rappresentare una svolta nel suo percorso e automaticamente in quello del Milan. Perché se il suo apporto in termini di pericolosità sarà questo anche in futuro, difficilmente Pioli potrà decidere di privarsene. Soprattutto con un Piatek che non riesce a trovare continuità nello sparare.

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