Posizione di Ibra in campo? Ecco le diverse soluzioni in chiave modulo

ANCORA DUE PUNTE? – Il futuro di Zlatan Ibrahimovic sembra essere sempre più vicino a Milanello. La risaputa volontà di approdare in Italia e gli ultimi indizi delle recenti interviste fanno ben sperare tutto il popolo rossonero, che potrebbe presto riabbracciare lo svedese. In caso di un reale trasferimento alla corte di Pioli, in che modulo sarebbe impiegato Ibra? E con quali conseguenze? Un’ipotesi sarebbe il passaggio, o meglio, il ritorno, a due punte come ad inizio stagione, in un’ipotetico 4-3-1-2 o in un 3-5-2 che vedrebbe l’ex Galaxy fare coppia con Kris Piatek. Si tratterebbe di un attacco tanto interessante quanto imponente, viste le caratteristiche fisiche dei due giocatori. Un’occasione per il polacco per imparare movimenti e strategie da uno che di gol se ne intende parecchio. Il problema sta alle spalle dei due. Giampaolo insegna che in questo Milan non vi è un trequartista di mestiere e nemmeno qualcuno che ne possa interpretare il ruolo in maniera efficace. In entrambi i moduli, Suso sarebbe scartato dagli 11 titolari non avendo caratteristiche da trequartista e tanto meno per fare il quinto di centrocampo. Inoltre, senza esterni d’attacco Calhanoglu dovrebbe per forza scalare mezzala, zona del campo con una certa abbondanza. Ci sarebbero così tre maglie per un solo posto sul centrosinistra e due per un solo titolare sul centrodestra, decisamente troppe. Il 3-5-2 agevolerebbe il rientro di Caldara e permetterebbe maggior libertà ad Hernandez e Conti ma non ne gioverebbe il centrocampo, decisamente intasato. A meno che Pioli non riesca in quel che Giampaolo ha fallito, la soluzione rimane un modulo con esterni d’attacco.

4-4-2 o 4-3-3? Simili ma diversi. Due moduli che prevedono gli esterni ma con un utilizzo differente e, di conseguenza, interpreti diversi. Nel 4-4-2 Ibra farebbe sempre coppia con Piatek, negli esterni Suso e Calhanoglu sono allo stesso modo liberi di offendere ma con il compito di arretrare per andare in copertura in centrocampo. Caratteristiche presenti più nel turco che in Jesus, sicuramente poco orientato alla fase difensiva. Non una cosa da poco, vista la propensione offensiva di Andrea Conti e Theo Hernandez. Senza le mezzale, il lavoro delle due ali diventa fondamentale ed in mancanza di copertura la difesa ne risentirebbe e non poco. Ecco perché l’ideale sarebbe non cambiare modulo. Mantenere il 4-3-3 significa scalzare Piatek ed inserire Ibra al suo posto, come unico centravanti. In compenso, l’equilibrio della squadra non muterebbe e tutti sarebbero impiegati nel loro consueto ruolo. Le due punte potrebbero essere impiegate a gara in corso in caso di necessità, passando dal 4-3-3 ad un 4-3-1-2 con un trequartista adattato per gli ultimi minuti di gara. Un bel dubbio per Stefano Pioli, che dall’arrivo di Ibra, oltre a gol, otterrebbe anche molti grattacapi in chiave modulo.

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