
Siamo giunti all’ultima pagina di un 2019 che, per l’ennesima volta, non è stato sinonimo di costanza. Un anno dal doppio volto. Il primo, quello di Gattuso, positivo nonostante la mancata qualificazione alla Champions League. Il secondo, guidato dal duo Giampaolo-Pioli, decisamente fallimentare. L’ennesima dimostrazione che si tratta di una squadra ancora da migliorare se si vuole tornare a ciò che di bello si stava costruendo nei primi anni dell’ormai vecchio decennio. Eppure, da quella stagione 2010-2011, ecco che si rivede Zlatan Ibrahimovic. Un flashback dal sapore dolcissimo, che può far tornare a gioire i tifosi rossoneri dopo i fallimenti di Gonzalo Higuain e l’illusione targata Kris Piatek. Senza dubbio non sarà sufficiente il solo Ibra per cambiare rotta, tutta la squadra deve iniziare a girare in maniera migliore su numerosi aspetti.
MENTALITÀ – Non c’è dubbio sul fatto che il nuovo anno debba aprirsi nell’onda dell’impegno e della determinazione. Non è possibile vedere una squadra perdere quasi la metà delle partite che disputa, incassare più reti di quante ne faccia e che si ritrova a dover allungare sulla bassa classifica quando la parola d’ordine di inizio campionato era Champions League. Non se lo meritano tutti coloro che fedelmente e puntualmente si presentano allo stadio ogni week-end e nemmeno il resto dei tifosi. Gattuso lo scorso anno non era il più abile degli allenatori, ma con carattere ha sfiorato l’impresa che molti avevano solamente sognato. Ci vuole mentalità, impegno e sacrificio. Su questo può tornare molto utile la figura di Zlatan, senza dubbio uno che di impegno e risultati ne sa qualcosa. Si spera di non sentir più parlare di telefoni in spogliatoio, di festini post-partita o episodi del genere, leciti sicuramente, però giustificati solo dopo aver fatto il proprio dovere.
PROLIFICITÀ – Spostandosi su temi più statistici, i rossoneri devono iniziare con il piede giusto anche in chiave gol. Come già accennato, le reti subite (24) sono ben più alte di quelle messe a segno (16), ma tralasciando il reparto arretrato, l’attacco è senza dubbio la zona del campo in cui il Milan ha fatto più fatica in questa prima parte di stagione. Lunga la dice chi è il capocannoniere a Milanello, Theo Hernandez, a pari reti con Piatek. Pioli in questa pausa invernale avrà l’arduo compito di elaborare
COSTANZA – Fattore collegato al tema precedente. Senza reti non ci può essere costanza. E di fatti in questi 4 mesi non ce n’è stata. L’unica striscia di vittorie è quella tutta emiliana contro Parma e Bologna, fermata a quota 2. Anche su questo i rossoneri sono preceduti da molte altre squadre. Prendendo come esempio le candidate alla prossima edizione della Champions League, la Lazio
This post was last modified on 31 Dicembre 2019 - 14:52