Theo Hernandez, la Francia che (finalmente) funziona

Theo Hernandez, ex terzino del Real Madrid, lo scorso anno al Real Sociedad, è la sorpresa più bella della prima parte della stagione rossonera. La freccia del Milan, come si può leggere sul sito della Lega Serie A, è il giocatore rossonero che ha bisogno di calciare meno volte in porta per trovare la rete: ogni tre conclusione va in gol. Dunque, non è un caso che il 19 rossonero comanda la classifica dei cannonieri della squadra meneghina( 3 reti alla pari di Piatek).

La scorsa estate l’incontro ad Ibiza tra Maldini e Theo, ha convinto la società di via Aldo Rossi a sborsare 20 milioni di euro per portarlo a Milanello, cifra ad oggi ampiamente ripagata. Meno contenti erano i tifosi, che leggevano di Theo di un ragazzo particolare, con un’infanzia difficile. Il padre, ex calciatore sparito in Asia senza lasciare nessuna traccia, ha lasciato un segno indelebile  nel carattere del francese, che in passato si è spesso fatto trovare al centro di spiacevoli situazione extra calcistiche. Adesso però queste vicende extra calcistiche sono soltanto un lontano ricordo, Theo sta facendo parlare il campo e ha messo da parte le voci di corridoio.

Hernandez è solo l’ultimo dei tanti francesi che hanno vestito “rossonero”, ma tolti pochi casi, nessuno era riuscito a lasciare il segno in campo e nel cuore dei tifosi.

Le eccezioni più importanti sono quelle di Jean- Pierre Papin approdato al Milan dopo aver vinto il Pallone d’Oro nel 1991 e Marcel Desailly, protagonista della Champions League vinta dal diavolo ai danni del Barcellona per 4-0, il 18 Maggio del 1994, mettendo a segno la quarta marcatura del match.

Sono invece tanti i francesi che hanno deluso, prendendosi l’etichetta di “flop”. Il primo francese a vestire la gloriosa casacca del Milan è stato Nestor Combin, che non rispettò le aspettative. Altro grande rimpianto è sicuramente Viera, che collezionò soltanto quattro presenze in rossonero  per poi iniziare l’ascesa in Inghilterra con l’Arsenal. Più recente l’acquisto di Gourcuff, soprannominato il “ragazzo di cristallo”, arrivò a Milanello con grandi aspettative, per poi rilevarsi un vero “flop”. Diversa la storia di Niang e Menez, che iniziarono entrambi alla grande, per poi rivelarsi in breve tempo delle pedine non funzionali al gioco della squadra.

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