Da Sacchi a Sheva, passando per Gullit e Capello: Ibrahimovic deve sfatare anche il “tabù ritorni”

Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic ha dato grande entusiasmo a tutto l’ambiente milanista, ma il gigante svedese dovrà certamente sfatare un tabù che attanaglia la compagine rossonera: quello dei ritorni di fiamma, che finora si sono dimostrati decisamente poco felici.

Come evidenzia, infatti, l’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport, la seconda esperienza con la maglia del Diavolo andò male a fenomeno del calibro di Ruud Gullit e Andriy Shevchenko, mentre andò meglio a Ricky Kakà, che nella stagione ’13/’14 andò a segno nove volte in 37 match tra campionato e Champions.

Il “tabù-ritorni” colpì anche gli allenatori: in primis Arrigo Sacchi, che nella sua prima esperienza allenò la squadra più forte di tutti i tempi, ma nel 1996 – chiamato a subentrare a Tabarez – fu eliminato dalla Coppa dei Campioni per mano del Rosemborg e finì il campionato all’undicesimo posto. Male anche Capello, che nella seconda esperienza rossonera finì decimo in Serie A e perse la finale di Coppa Italia per mano della Lazio.

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