“Esulto come Dio e vivo”, questo è lo Zlatan 2.0

Tutti, lui compreso, aspettavamo quel momento là. Non il gol che in sè e per sè, quello è il suo mestiere, fa parte del suo repertorio. Ma l’istante successivo, quando con quel gesto di allargare le braccia Ibra torna ad essere Ibra, in posa per la Storia.

Pioli – scrive il Corriere dello Sport – gli ha sagomato attorno il Milan, con il 4-4-2 di Cagliari affiancandogli Leao.

Lo svedese ha preso in mano il gessetto ed alla lavagna ha spiegato ai compagni come si risolve l’equazione che bloccava l’attacco del Milan (e non solo) da quest’estate.

Subito titolare, come una primadonna a teatro. Ibra è una quercia che offre riparo: non è casuale il gol di Leao. Lo ha voluto lui al suo fianco: dove gli altri vedevano solo la pigrizia lui ha intravisto il talento dell’ex Lille.

Dopo soli 10 giorni di allenamento, a fronte di due mesi di inattività, è restato in campo a lottare per 97′. D’altronde l’aveva detto il giorno della presentazione, di non essere tornato per fare la mascotte.

8 anni dopo, 2806 giorni con precisione, da quel 6 maggio 2012 della doppietta contro l’Inter, è tornato a segnare in maglia rossonera. È il quinto marcatore più anziano della storia del Milan (38 anni e 100 giorni) nella classifica in cui primeggia Costacurta (41 anni e 25 giorni) seguito da Maldini, Inzaghi e Liedholm.

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