Il motto da evitare: “Tanto ci pensa Ibra”

Inserire i campioni in una rosa può essere sempre la panacea per i mali. Aumenta il tasso tecnico e “scalda” tutti i compagni di squadra. L’innesto di Zlatan Ibrahimovic, al di là di ogni discorso anagrafico, è senz’altro destinato ad incrementare le occasioni da gol e, più concretamente, il tabellino relativo alle reti segnate dal Milan. Eppure il contesto non è proprio idilliaco, visto che anche ieri, nel match contro la Sampdoria, dove sono emersi tutti i difetti già “disprezzati” in questa stagione.

Qui può stare il rischio. Chi si aspettava un cambio di passo o uno scatto da parte dei “soliti” in nome dell’arrivo della “provvidenza Zlatan”, è rimasto molto deluso. Dovrà essere bravo l’allenatore a tenere alto il tasso di responsabilità di ogni giocatore. La presenza di una star in squadra come Ibra potrebbe deresponsabilizzare diversi elementi. Stefano Pioli dovrà evitare che a Milanello, prima, e nei campi di Serie A, riecheggino frasi del tipo “Tanto ci pensa Ibra”.

Accadde, ad esempio, anche nella Juventus della scorsa stagione con l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Raccontò Massimiliano Allegri di come i giocatori si sentissero “sollevati” dalla presenza di CR7 in veste di “risolutore”. Ecco perché sarà fondamentale il ruolo del condottiero: più Pioli sarà in grado di aumentare, anziché calare, il livello di tensione e attenzione tra tutta la squadra, più arriveranno punti. Diversamente, saremo a raccontare di una passerella lunga sei mesi da parte di un campione “sbiadito”.

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