Il futuro rossonero nel segno dell’esperienza

Quello di questo periodo è un Milan che piace, è vero che non ha ottenuto grandi risultati nelle ultime due gare ma la prestazione è stata positiva. Finalmente si può affermare che i rossoneri, scesi in campo con Juve e Inter, sono una squadra che lotta verso un ideale comune, una squadra che ha un sentimento.

Tutto questo viene percepito dal popolo rossonero che, proprio in occasione della semifinale d’andata di Coppa Italia, fa segnare il record di presenze della competizione, con 75mila biglietti venduti.

Dall’arrivo di Zlatan Ibrahimovic la squadra sembra essere totalmente cambiata, i giocatori in campo hanno grinta, lottano su ogni pallone, fino al fischio finale. Oltre a questo si nota come giocatori fragili mentalmente non abbiano più problemi di pressione, come se lo svedese sia un parafulmini per tutti. C’è anche da considerare che questo Milan, con un avvio di stagione così catastrofico, si ritrova a febbraio con pochi obiettivi, anzi, è un tutto di guadagnato: la Champions sembra troppo lontana, per la Coppa Italia serve un miracolo a Torino, mentre l’Europa League è l’unico obiettivo fattibile, quindi è normale che il club abbia meno pressioni.

Ma comunque resta quanto di buono visto finora, che questa nuova strategia sia quella giusta per risollevare il Milan?

È evidente come il sinolo Ibra-Milan sia vincente, quindi, se il Milan del futuro non puntasse esclusivamente giovani promettenti, ma anche giocatori d’esperienza, oltre i trent’anni, con l’obiettivo di abbassare la pressione sui giovani, creare un ottimo spogliatoio e dare più appeal a un club pieno di storia. Spetterà a Maldini e Boban la decisione, sicuramente quanto visto finora creerà molti grattacapi nelle loro teste.

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