CorSera – Paolo Maldini: “Dolori forti, senti una stretta al petto. Non bisogna aver fretta di ricominciare”

Paolo Maldini, positivo al Coronavirus insieme con suo figlio, ha raccontato di questi ultimi giorni al Corriere della Sera, di come abbia iniziato a star male già il giorno della gara contro il Genoa, quando non si è presentato alla partita, questo il suo racconto:

NON UNA SEMPLICE INFLUENZA

“Dolori alle articolazioni e ai muscoli. Febbre: mai più di 38 e mezzo. Io conosco il mio corpo. Un atleta conosce se stesso. I dolori sono particolarmente forti. E poi senti come una stretta al petto… È un virus nuovo. Il fisico combatte contro un nemico che non conosce”.

VIRUS IN FAMIGLIA

“Mia moglie ha avuto un’influenza molto lunga, molto strana, è stata tre settimane a letto. Prima ancora, verso metà febbraio, il nostro primogenito, Christian, ha avuto una brutta influenza, in famiglia forse è quello che è stato peggio di tutti. Loro hanno fatto il tampone e sono negativi. Ma siamo convinti che abbiano preso il virus, e ne siano già usciti”.

ATTESA DEL TAMPONE

“Tampone? All’inizio non è stato possibile, perché i miei sintomi per quanto forti potevano essere quelli di una normale influenza. Poi ho scoperto che un amico, che avevo incontrato il 23 febbraio, era positivo, come un’altra persona che lavora con me. Alla fine sono venuti i medici della Asl, con guanti e mascherine. No, niente scafandro. Sentivo che non era un’influenza come le altre. Un mio amico ha avuto problemi respiratori, è ricoverato all’ospedale di Legnano, non dorme, ha gli incubi… A me è andata meglio. Comunque sono qui confinato da diciotto giorni con la mia famiglia”.

IL PEGGIO È PASSATO

“Il peggio è passato. Ho ancora un po’ di tosse. Secca. Ho perso gusto e olfatto, speriamo tornino. È stata come un’influenza un po’ più brutta. Ma non è una normale influenza. Daniel vive con noi, anche lui ha dolori e febbre. Ma è talmente giovane… Mi pare che in famiglia sia quello che l’abbia presa in forma più leggera. Riuscire a isolarsi del tutto è molto difficile. Abbiamo cercato di mantenere le distanze. Ognuno dorme nella sua camera. Ma pranzo e cena li facciamo tutti insieme”.

NON AVERE FRETTA DI TORNARE

“Un finale di campionato ci deve essere, e ci sarà. Ma quando non possiamo dirlo ora. Nel calcio è impossibile non soltanto giocare, ma pure allenarsi senza contatto. E poi è giusto mettere tutte le squadre sullo stesso piano. Alcune, come la Sampdoria, sono più colpite. Sono positivi alcuni tra i giocatori più rappresentativi della Juve. Non dobbiamo avere fretta. Non ci si rimette in due giorni da questo virus. Tutti i calciatori devono avere il tempo di riprendersi e allenarsi. Prima di tornare a giocare saranno necessarie almeno due settimane di preparazione”.

Impostazioni privacy