Nocerino: “Per alcuni giocatori il Milan è troppo. Ibra spero possa rimanere in rossonero”

Antonio Nocerino, ex centrocampista del Milan, è intervenuto tramite una diretta Instagram con Mauro Suma. Ecco le sue risposte alle do,mande:

Sulla gara col Barcellona: “Ho fatto gol ma non è servito. A livello personale è stato bello perché segnare al Camp Nou è speciale. Quello porta diventa piccolissima più ti avvicini. Io sono riuscito a prendere il tempo al portiere, mentre Niang più si avvicinava più diventava difficile far gol.”

Sulla serata dell’arrivo al Milan: “Zamparini voleva smontare il giocattolo. Io ero in scadenza. L’ultimo giorno di mercato pensavo di rimanere a Palermo, poi negli ultimi minuti mi dicono che c’è questa possibilità di andare al Milan. Dopo un po mi dicono che devo andare a Milano perché devo andare al Milan e in quel momento mi sono commosso. La prima cosa che mi è venuta in mente è stato pensare a mio padre, ma fino a quel momento non gli avevo detto nulla. Poi quando ha visto che andai al Milan è scoppiato a piangere siccome era un amante del Milan di Sacchi”

Su Zamparini: “Più che altro secondo me Zamparini era arrabbiato per il prezzo a cui sono stato venduto”

Sulla post gara di Napoli: “Ricordo un po’ tutto: quando sono arrivato tutti hanno detto che non ero da Milan e solo il campo poteva far cambiare idea alle persone. Diciamo che da questo momento così mi è scattata la molla di dimostrare alla gente che si sbagliava.”

Su Boateng: “Era preso di mira forse per il personaggio. Lui è un professionista incredibile e in campo è un bestia allucinante. In Italia c’è questo problema che ti mettono le etichette. Prince è un ragazzo d’oro e un grandissimo giocatore e che ha fatto la differenza.”

Su Suso: “Con Rino ha fatto grandissime cose. Poi Gattuso aveva creato una squadra strutturata in cui ognuno sapeva quello che doveva fare. Noi prima eravamo abituati a giocatori come Thiago Silva che potevamo metterci una pezza. I grandi giocatori aiutano e io sono l’esempio: ti fanno alzare l’asticella e lavorando con i campioni automaticamente entra qualcosa. Ricordo che il primo allenamento Ibra mi fece fare un volo di 5 metri”

Su Allegri: “Io sapevo di non essere un fenomeno e conoscevo i miei limiti ma in campo davo il 3000 per 1000. A me diceva quello che dovevo fare e io lo facevo, conoscendo anche i miei limiti. Poi una cosa che voglio è la lealtà”

Sul terzo anno di Milan: “Io personalmente vedevo giocatori come me che erano in una società talmente grande e che senza campioni facevano fatica. Ho iniziato a non percepire il Milan di una volta, quindi con serietà. Quando sono arrivato al Milan ho pensato ‘Voglio rimanere qui il più tempo possibile’. Poi ho iniziato a pensare che non mi sentissi all’altezza del Milan e quindi ho chiesto di andare via perché non volevo deludere le persone che ho conquistato con il mio carattere. Non c’erano giocatori in grado di sostituire giocatori del genere.”

Sul rapporto con Miha: “Vedeva altri giocatori. A me sarebbe piaciuto giocare, ma dopo Empoli non ho mai avuto la possibilità. Percepivo e vedevo cose che non mi piacevano e con massimo rispetto mi sono messo da parte e ho iniziato a trovare il mio spazio. Aiutavo Balotelli quando si allenava da solo perché sono fatto così. Più che il mister poi non mi rispecchiavo più con i giocatori che c’erano in quella squadra. Il capitano al Milan è un’istituzione. La maglia era diventata troppo più grande di noi”

Su Cassano: ”Il Milan ha aiutato tantissimo Antonio, ma sinceramente non ho idea del come mai sia andata così. Magari il suo sogno, da interista, era quello di andare all’Inter. Voglio pensarla così”

Sul coro dedicato a lui: “Quando sono arrivato ho pensato che ci fosse una scintilla tra me e la gente. Loro mi hanno sempre visto come un gregario, che dà l’anima e si impegna e quando a me hanno fatto quel coro io non lo capivo. Quando me lo hanno spiegato mi sono emozionato. Con i tifosi ho sempre avuto un grande rapporto.”

Su Ibra: “È un animale. Spero possa rimanere al Milan e che gli mettano altri 3-4 giocatori esperti per far da parafulmine per i giovani. Penso che in questo momento qua la maglia del Milan sia troppo pesante”

Su Donnarumma: “Con lui parlavo in dialetto. Noi siamo napoletani e abbiamo un dialetto che è conosciuto in tutto il mondo. Io lo sento spesso e come sapete è milanista. Quando ha firmato il rinnovo parlavamo quasi tutti i giorni, ma comunque ci sentiamo sempre. Spero che il Milan possa fare una squadra importante e tenersi i giocatori più importanti. Spero con tutto il cuore che lui possa rimanere e che il Milan crei una base per i giocatori forti. Milanello te lo invidia tutto il mondo. Fossi stato un giocatore del Milan ora avrei baciato terra per stare con Maldini, ho anche la sua maglia e guai a chi lo tacca (ride, ndr). La sera che andammo in Champions dopo Siena, venne a parlarci Baresi e io volevo morire. Bisogna far tornare i valori e far capire che il Milan ha 7 Champions League sulla maglia”

Sui giocatori di adesso: “Ci vuole personalità. Quando mi hanno detto che non ero da Milan volevo sotterrarmi. Prima di arrivare al Milan mi sono dovuto fare un mazzo così. I giocatori si appiattiscono e non hanno quella reazione. Nel calcio basta un minuto: prima sei un fenomeno e poi sei scarso. Tu solo sai quello che puoi dare. Penso che chi va in campo deve assumersi le proprie responsabilità.”

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