Ancelotti: “Nel 2005 il Milan più forte. Rangnick? Al Milan devono far paura gli scarsi, non gli stranieri”

L’ex allenatore del Milan, Carlo Ancelotti, è intervenuto nella diretta Instagram di Carlo Pellegatti, tra i vari argomenti trattati l’ex rossonero ha parlato anche di Ralf Rangnick.

Sull’avvicinamento a Milan-Manchester:E’ stato molto importante il gol che abbiamo preso all’andata all’ultimo minuto. Siamo passati al 3-2 e questo ci ha portato per forza a giocare una gara d’attacco, più spregiudicata rispetto se all’andata fosse finita 2-2“.

Sulla partita:C’era molta tensione, non era stata una stagione brillantissima, la Champions era un obiettivo molto importante. Era stata una stagione travagliata partita dai preliminari senza preparazione“.

Sulla marcatura a Ronaldo:Cercavamo di raddoppiare Ronaldo il più possibile, Gattuso lo ha fatto molto bene. C’è stata una serie di circostanze favorevoli, clima giusto, gol al tempo giusto, per questo è stata una partita perfetta“.

Sulla Champions:La sera prima c’era Liverpool-Chelsea, nel momento in cui i Reds hanno conquistato la finale abbiamo pensato che gli dei sarebbero stati dalla nostra“.

Sul 2007:La squadra del 2007 era inferiore a livello tecnico di quella del 2005, che rimane la squadra più forte e con la finale meglio giocata. Quella del 2005 era più forte anche di quella del 2003. Nel 2007 avevamo una motivazione straordinaria, in Champions è stata la cavalcata della motivazione più che della qualità“.

Su Milan-Liverpool ad Istanbul:Quella partita l’ho rivista dopo dieci anni, giocammo molto bene anche i tempi supplementari. Carragher mi disse che non ce la facevano più e volevano arrivare ai rigori“.

Sullo scudetto del 2004:Non ho vinto tanti campionati, quello è stato il campionato della regolarità. Siamo andati a Roma e a Torino e abbiamo vinto, è stato un campionato regolare. L’unico momento di difficoltà è stato dopo l’eliminazione con il Deportivo e con la sconfitta contro l’Udinese dopo la sconfitta in Intercontinentale“.

Su Baggio: “Ho tanti ricordi di Roberto, siamo stati compagni in Nazionale, sono stato il suo vice allenatore con Sacchi. Continua ad essere un ragazzo modesto ed umile, alla stessa maniera di quando giocava“.

Sull’avvicinamento all’euroderby di ritorno del 2003:Ho dei ricordi vaghi, una pressione fortissima soprattutto sui due allenatori. Un giorno ero esonerato io, un giorno Cuper, non so quanto ci giocavamo. Il ricordo molto chiaro sono gli ultimi 8 interminabili minuti, poi la liberazione al fischio finale“.

Sul passato da calciatore: Non sono mai stato un giocatore veloce. Gli infortuni hanno aumentato le mie capacità tecniche. A Roma l’aspetto fisico era predominante, al Milan più quello tattico. Il fatto di giocare in una squadra organizzata come quella di Sacchi mi ha aiutato“.

Sulla gara di addio contro il Verona:Non ho mai fatto due gol in una partita e li ho fatto proprio nella partita d’addio, gli dei del calcio erano con me“.

Su Liedholm:Trovarlo a vent’anni era la cosa migliore per un giovane, era molto attento alla crescita tecnica e psicologica. Il fatto che sono arrivato in Serie A con lui è stato un grande vantaggio per me“.

Su Nesta:E’ stato uno sforzo enorme che ha fatto la società quell’anno. Ho spinto molto per averlo e alla fine il presidente ha fatto questo sacrificio. Era il tassello che mancavo. E’ un ragazzo molto modesto e umile, gli piace poco la scena, è un grande professionista. Un po’ pigro, ma con qualità fisiche straordinarie“.

Su Baresi:E’ stato il capitano per eccellenza, per impegno, volontà e serietà. Anche capitano della chiacchiera, parlava tanto“.

Su Maldini:Da un punto di vista fisico più potente di Franco, ma due giocatori unici. Maldini si è adattato nel ruolo di difensore centrale, sono stati due giocatori inimitabili“.

Su Gattuso:Era diventato indispensabile. Era più facile sostituire i trequartisti rispetto a lui. Il lavoro e l’impegno aiutano a migliorarsi, poi per arrivare a certi livelli c’è la genetica, lui è stato dotato di qualità genetiche caratteriali. L’impegno e la determinazione li devi avere dentro quando nasci“.

Su Shevchenko:Ha fatto tanto per il Milan, ha fatto tantissimo. E’ stato un grandissimo attaccante. Ad un certo punto della carriera ha pensato di provare strade alternative“.

Su Seedorf:Una personalità fortissima, nelle partite sulla carta facili era un pericolo, ma non gli ho mai visto sbagliare una partita importante“.

Su Beckham: David aveva voglia di venire al Milan, è stato un acquisto azzeccato, anche se il momento non era splendido per il Milan, è stato un giocatore importante“.

Su Ibrahimovic:Non mi sorprendo che giochi ancora, non so per quanto tempo giocherà. A livello caratteriale mi è piaciuto molto, è molto molto altruista. Era molto attento alle vicende della squadra, questo per un allenatore è stato molto importante“.

Su Rangnick: “Ci siamo incontrati quando ero in Germania. Non lo conosco, da quello che leggo era innamorato del Milan di Sacchi, ma la metodologia non lo conosco. Al Milan devono spaventare gli allenatori scarsi, non quelli stranieri“.

Sul coro a San Siro:Mi è venuto in mente perché era un motivo che motivava molto dalla panchina. L’ho cantato perché avevamo vinto e quando si vince mi piace cantare“.

Sull’Everton: “Mi trovo molto bene, la situazione è un po’ complicata, speriamo di poter iniziare a fare qualcosa“.

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