Milan, otto giorni per il futuro tra emergenza, campionato, Europa e mercato

Ci siamo lasciati alle spalle una settimana agro dolce. La vittoria nella prima di campionato contro il Bologna e la qualificazione al play off di Europa League, rovinata dalla notizia della positività al Covid 19 di Zlatan Ibrahimovic. Tutto l’ ambiente è combattuto se gongolare per il sedicesimo risultato utile consecutivo o turbarsi per l’ emergenza in rosa e soprattutto la perdita del suo leader, del suo campione. Siamo appena al 26 settembre, verrebbe da dire. Vero ma oggi viviamo non solo la vigilia del match contro il Crotone, bensì la vigilia di una settimana fondamentale e forse decisiva per l’ intera stagione.

Otto giorni entro i quali sapremo in che modo andremo alla sosta per le nazionali prima del ritorno in campo nel derby; sapremo se da giovedì sera non dovremo prendere impegni infrasettimanali questo autunno/inverno perché ci sarà il Milan finalmente in Europa; otto giorni per sapere quale direzione prenderà il mercato.

Oggi, il popolo milanista, ha difficoltà ad assaporare la parte dolce della pietanza. Sente una punta d’ amaro che teme possa rovinare il “piatto”. È indubbio che viviamo un momento di emergenza, come forse tanti ne vivremo durante la stagione, ma bisogna guardare avanti con fiducia. Giovedì scorso, al termine del match contro il Bodo/Glimt, Stefano Pioli ha detto: “Siamo in emergenza, ci è mancato Ibra, il nostro campione, ma questa squadra ormai ha una sua identità. Abbiamo vinto da squadra”.

Non sono parole di circostanza. Sono parole vere, pronunciate da colui che ha forgiato il gruppo in questi mesi, dando l’ opportunità a gente come Calhanoglu, Kessie, Bennacer, Kijaer di affermarsi come leader tecnici e trascinatori di questa squadra. Altro che giocatori “normali” figli di un Milan che non è più lo stesso. Sono calciatori veri, anima di un gruppo che insieme a Gigio, Theo e il redivivo Calabria che cresce ed è degno di indossare questi colori.

Proviamo a non prestare il fianco a coloro che analizzano gli ultimi 20 minuti contro il Bologna o l’ ultima mezzora contro i norvegesi per dare sentenze e alimentare paure. La preparazione atletica conta e la capacità di saper soffrire quando “la gamba non va più”, è sintomo che il gruppo c’è ed è vivo. Ci vuole “coraggio” a volgere lo sguardo ai primi 60/70 minuti di Bologna e Bodo perché quello è il Milan, frutto del lavoro di questi mesi. Che sia in emergenza o no. In questi 8 giorni dobbiamo avere coraggio e per dirla alla Oscar Wilde “siamo tutti nella fogna ma alcuni di noi guardano le stelle”.

Questa squadra ha dimostrato di avere le carte in regola per giocarsela con tutti. Questa squadra ha le potenzialità e deve guardare “le stelle” iniziando dall’ Ezio Scida di Crotone fino ad arrivare al cielo lusitano. Mentre scrivo è lo stesso Stefano Pioli a ripetere in conferenza stampa che domani inizia una settimana importantissima. Vincere con Crotone e Spezia per farsi trovare, al ritorno di Ibra, più forti di prima (parole di Pioli in conferenza). Mercato e Rio Ave sono due facce della stessa medaglia.

Vincere in Portogallo non sarebbe importante solo per il ritorno in Europa League ma potrebbe cambiare la storia degli ultimi giorni di questo mercato. Il mantra di Paolo Maldini “ci faremo trovare pronti qualora ci fossero occasioni per migliorare questa squadra” tradotto significa: se non andiamo ai gironi di Europa League, oltre al difensore non arriva nessuno mentre qualificandoci, ci sarà un mercato diverso. E allora viviamo questi 8 giorni con la giusta tensione e la consapevolezza che la squadra e il gruppo ci sono. Otto giorni per conoscere chi siamo e/o chi saremo e chissà che da giovedi sera non iniziano i famosi “giorni del condor” che tante emozioni e sorprese hanno regalato ai tifosi milanisti.

Impostazioni privacy