The same old story, riparte il processo mediatico. A proposito di giovincelli…

The same old story. La solita vecchia storia. Il successo piuttosto sofferto contro il Bodo/Glimt ha risvegliato gli assidui detrattori del Milan, ma soprattutto è ricominciato il processo mediatico accusatorio che si è abbattuto come una tromba d’aria nei pressi di Milanello. La fatica dal punto di vista atletico contro i norvegesi ha scaturito polemiche sulla tenuta fisica dei rossoneri, colpevoli di non aver “passeggiato” contro una squadra considerata sulla carta di rango inferiore. E allora ecco l’eco di un vecchio ritornello, accantonato da tempo, del “ma il Milan dove vuole andare?”. Che il diavolo non fosse una squadra da scudetto si sapeva anche prima. Non c’era certo bisogno di una gara giocata meno bene del solito, contro una squadra fisicamente molto più avanti nella preparazione, per scoprirlo. In realtà si aspettava solo questo momento per criticare aspramente il mondo Milan. I rossoneri non lotteranno di certo per i vertici, ma la base di partenza per questa stagione è davvero buona e con i rinforzi, che per forza di cose arriveranno, il diavolo potrà davvero dire la sua. Poi se verrà sottovalutato tanto meglio, non sono di certo problemi di Pioli e dei suoi giovincelli.

A proposito di giovincelli. A San Siro è andato in scena un match spettacolare tra due squadre con una età media che sfiora i 25 anni. Oltre all’ennesima, straordinaria prestazione di Calhanoglu, la scena l’hanno presa due giovanotti. Si sta parlando di Lorenzo Colombo e Jens Petter Hauge. L’attaccante italiano, classe 2002, ha avuto il “semplicissimo” compito di sostituire un certo Zlatan Ibrahimovic. Così, dopo la notizia della positività al Covid dello svedese, Lorenzo ha saputo della sua titolarità a ridosso di una gara delicata da dentro e fuori. Il diciottenne rossonero non ci ha pensato due volte: superata l’emozione della prima da titolare, ha messo un timbro pesantissimo al suo esordio dal primo minuto, oltre a fornire una prestazione strabiliante agli occhi dei più. Eppure, per chi ha seguito la Primavera nella scorsa stagione, sa bene che non c’è molto da stupirsi. Questo ragazzo ha qualità fuori dal comune, è tornato da un’infortunio e in sole sei gare ha messo ha segno nove gol, con il suo mancino velenoso che ha sfoderato anche con la prima squadra in più di un’occasione. Speriamo che le sue doti possano venir fuori con maggior costanza già dalle prossime partite. Nel frattempo non resta che fargli solamente i complimenti.

E del giovane norvegese non ne parliamo? Certo che si. Hauge, classe 1999, ha incantato San Siro e, a giudicare dai commenti nei suoi profili social, tutto il popolo rossonero. Velocità, visione, dribbling e concretezza: l’esterno che manca al Milan… In questa stagione, tra campionato ed Europa League, ha messo a segno 17 gol in 20 presenze, con 11 assist all’attivo. “Lo abbiamo visionato, è un giocatore di livello europeo” dirà di lui Pioli a fine partita; “Il Milan? Mi piacerebbe giocare per loro” questa invece la frase di stima di Hauge. Fantamercato ovviamente, al netto delle voci circolate in queste ore, eppure un mezzo flirt c’e stato per davvero. Fatto sta che di questi due giovincelli che si sono presi la scena a ‘La Scala del Calcio’, ne sentiremo parlare nuovamente in un futuro nemmeno così tanto lontano.

Impostazioni privacy