GdS – Dopo un anno Pioli ha plasmato il Milan

Ad un anno dalla firma, Pioli si è preso il Milan. Quando le strade del tecnico e del club milanese si sono incrociate, entrambi avevano bisogno di una svolta per dimenticare il passato più prossimo. Pioli, reduce da pochi mesi all’Inter, da cui è stato cacciato e da quasi due anni di Fiorentina, dalla quale si è dimesso, non aveva una panchina. Il Milan, d’altro canto, dopo aver scommesso (e perso la scommessa) su Giampaolo si era ritrovato in bassa classifica con una rosa squilibrata per qualsiasi modulo.

Arrivato a Milano, Pioli ha iniziato a lavorare tranquillamente, ma non in maniera statica. Ha cominciato con un pareggio contro il Lecce, e piano piano si è tolto qualche soddisfazione, inaugurando le vittorie con l’1-0 contro la Spal. Così il Milan, e i suoi diamanti grezzi, sono cresciuti: Theo è diventato uno dei terzini migliori in Serie A, Bennacer e Kessie sono diventati una buona diga a metà campo e Leao ha iniziato a stupire le difese italiane.

Ancora più importante, il suo rapporto con Ibra: arrivato a gennaio, entrambi si sono messi a lavorare seguendo la filosofia di Pioli, cioè con tranquillità, per trovare la chiave al gioco rossonero. Così Pioli ha costruito un meccanismo dietro allo svedese per portarlo in porta, consapevole del fatto che alla sua età non può più pretendere sforzi in velocità e resistenza, ma può puntare sul tiro formidabile. E così, con questa consapevolezza si sono raggiunti vari traguardi: la media punti da scudetto nel post-lockdown, la vittoria contro la Juventus e la qualificazione in Europa League.

L’unico rammarico è forse non essere riuscito a salvare Paquetà, che avrebbe fatto comodo al gioco del Milan. Per rimediare, a Pioli è stato regalato Tonali, che sta già facendo notevoli progressi per meritarsi la maglia da titolare in un centrocampo pieno di ottime alternative.

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