StarCasinò Sport – Calbria: “Sono cresciuto con il Milan di Ancelotti. Come squadra non ci lasciamo influenzare dall’ esterno. Ibra ci ha dato mentalità. Il sogno? Vincere la Champions con il Milan”

Lunga e interessante intervista rilasciata da Davide Calabria a Carlo Pellegatti per StarCasinò Sport. Il terzino rossonero a parlato della sua storia con la maglia del Milan, il suo momento attuale e le ambizioni di squadra: “I primi calci li ho tirati con i miei amici nella squadra del mio paese, la Virtus Adrense. Bellissimi ricordi. I miei vivono ancora lì. Mi capita di passare a trovare i dirigenti che lavorano lì e i ragazzi. Feci due provini col Milan, loro mi scelsero, avevo altre richieste ma essendo nato in una famiglia milanista a dieci anni decisi di intraprendere questo percorso”.

Da centrocampista a terzino: “Ero un centrocampista e lo sono stato fino agli Allievi dove iniziai a ricoprire il ruolo di terzino per mancanza di giocatori. Ho fatto un po’ tutti i ruoli, poi sono stato spostato a destra fino alla Primavera”.

I Milan del passato: “Sono cresciuto col Milan di Ancelotti. Erano tutti dei grandissimi giocatori. Era una squadra che ha vinto tanto. Paolo è stato un esempio da seguire, ma tutti. Seedorf, Pirlo… Faccio fatica a lasciar fuori qualcuno”.

Il rapporto con gli ex compagni del settore giovanile: “Tutt’ora sento Davide Di Molfetta e Ferrari. Sono cresciuto insieme a loro. Sono rimasto legato a loro e li ho rivisti non molto tempo fa. Mi fa piacere sentire i ragazzi con cui ho fatto questo lungo percorso. Colgo l’occasione per salutarli”.

Il ricordo del suo debutto in A: “Era da gennaio che con Inzaghi ero quasi fisso in prima squadra. Venni chiamato dalla Primavera per andare a Napoli ma per una botta abbiamo evitato la convocazione. In quella gara esordì Felicioli. Il mister mi disse che mi avrebbe voluto far esordire e che presto sarebbe successo anche a me. Da lì ho intuito che avrei potuto esordire ed è successo la partita successiva a Bergamo. E’ uno stadio a cui sono legato; è stata una bellissima esperienza. E’ stata un’emozione incredibile. Il primo pallone che tocchi è un ricordo indelebile e ringrazio ancora mister Inzaghi”.

Il ricordo più emozionante: “Probabilmente il primo gol a Roma. Un cucchiaio all’Olimpico con Totti in tribuna, ad Alisson. Era un momento felice, la squadra stava facendo molto bene e anche io. E’ stata la ciliegina sulla torta. Il ricordo della corsa sotto la curva, è stato un momento emozionante”.

Il momento più difficile: “Lo scorso anno ho avuto dei momenti di difficoltà personali. Non ho avuto troppo aiuto ma non l’ho neanche cercato. Ho cercato di non farmi influenzare dalle voci. Un ragazzo di 22/23 può passare un periodo di appannamento, la squadra non stava andando bene e anche a livello personale ne risenti. Ho anche pensato se fosse il percorso giusto in quel momento e mi sono autoconvinto che non avrei dovuto mollare. Devi sbattertene ed andare per la tua strada. Nessuno mi ha regalato niente e ne sono uscito”.

Cos’ è cambiato in questo 2020: “E’ scattato più per rivalsa, lo sto vivendo per dimostrare a me stesso e a qualcuno che si sbagliava su di me. Al posto che subire ne sto traendo convinzione. E’ uno scatto mentale che da giocatore devi avere se vuoi restare a certi livelli. Mi sto nutrendo dell’avere pressioni, sono molto contento del mio percorso post lockdown, così come quello della squadra”.

Su Mister Pioli: “Col mister i primi tempi abbiamo avuto qualche discussione di troppo. Da uomini ci siamo affrontati, abbiamo discusso su quello che non andava. Dal giorni dopo siamo riusciti a creare un rapporto che è molto forte, così come quello con tutta la squadra. Non è un caso se una squadra fa bene o male. Se si lega molto uno inconsciamente dà qualcosa in più. Noi stiamo dando tanto e il mister sta dando tanto a noi, speriamo possa tornare il più presto possibile”.

Sulla squadra: “Guardiamo ad una partita alla volta, non ci facciamo influenzare dall’esterno. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo, guardando gara per gara. Non mi è mai piaciuto guardare troppo in là, pensiamo al presente. Se lavoriamo bene raccoglieremo i frutti più avanti”.

Ambizione scudetto, possibile?: “Perché non crederci? Non ci sono limiti. I limiti te li poni tu personalmente. Penso si debba pensare il più in grande possibile, poi si vedrà quanto questa squadra potrà fare bene. E’ presto per parlare degli obiettivi, dobbiamo continuare su questa strada, pensando alle prossime gare. Se ne parlerà tra qualche mese”.

Sullo spirito di squadra e di sacrificio: “E’ un momento fondamentale per la squadra, dobbiamo superare i nostri limiti. Siamo in un periodo storico con partite ravvicinate, non ci sono pause, è molto stressante per il fisico e si cerca di superare i propri limiti, dando tutto per aiutare i compagni nei momenti di difficoltà. In campo si vede, siamo disposti l’uno per l’altro”.

L’ importanza di Zlatan Ibrahimovic: “Penso sia stato fondamentale soprattutto all’inizio. Ci ha fatto capire cosa vuol dire voler vincere a tutti i costi. Non bisogna mai essere soddisfatti. Non ha senso porsi dei limiti, non ha senso accontentarsi di un risultato. La mentalità che ho riscontrato in Ibrahimovic non l’ho mai vista in nessun giocatore. Ha fatto bene a tutti anche per il futuro, è venuto da noi a rimettersi in gioco”.

Sull’ assenza del capocannoniere: “Abbiamo affrontato il periodo senza Ibra nel migliore dei modi, ci è già capitato purtroppo. Ci dovrà dare ancora più stimolo, siamo una squadra forte, bisogna dare qualcosa in più perché non si senta la sua mancanza, ovviamente uno come lui è sempre meglio averlo in campo. Non vediamo l’ora che torni”.

Passioni extra calcio: “Ho una passione per l’enologia, me l’ha trasmessa mio nonno. Sto studiando quando posso, forse è l’unica passione che ho. Non ho mai giocato ai videogiochi, ho sempre preferito uscire con gli amici”.

Il suo rapporto con la città di Milano: “E’ una città bellissima, mi sono sempre trovato bene, ormai è casa. E’ una città moderna, puoi trovare sempre qualcosa da fare e da vedere. Le persone sono aperte e disponibili, penso sia una città perfetta”.

L’ emozione per la convocazione in Nazionale: “E’ stata un’emozione forte, è stato un premio per il percorso, è stata una soddisfazione enorme dopo periodi non belli. Sono contento e ringrazio il mister, anche se purtroppo non l’ho conosciuto causa virus. E’ una squadra che già conoscevo ma mi sono trovato benissimo da subito”.

Il sogno nel cassetto del Davide bambino: “Da piccolino ho sempre avuto il sogno di vincere la Champions col Milan”.

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