Quel silenzio “divertito” di Casa Milan mentre tutti pontificano e sentenziano

Archiviata la stagione calcistica e con un campionato europeo in pieno svolgimento, il calciofilo medio non va mai in vacanza. È l’apoteosi delle analisi e un florilegio di sentenze. Quotidianamente si stilano centinaia e centinaia di classifiche in base al flusso di notizie del mercato.

In questa pratica c’è tanta fantasia e l’unico brivido, in mancanza del pallone che rotola, è un acquisto indovinato per poi poter dire: “L’avevo detto”. Una sorta di, poco preoccupante, ludopatia da calciomercato.

Nel parlare di Milan si trova l’essenza della teoria di cui sopra. Voi vi starete chiedendo: “Ossessionato dall’idea che sono tutti contro il Milan?” No no tranquilli. Non ho una vita così difficile.

Piuttosto vorrei porre l’attenzione sull’incapacità di accettare un modus operandi che da Casa Milan è chiaro ed evidente. Dall’insediamento di Elliot ad oggi sono passati 3 anni. Fatto salvo il primo calciomercato nell’estate del 2018. L’arrivo della proprietà anglo/americana a metà luglio, la formazione della nuova dirigenza (Leonardo e Madini) tra fine luglio e i primi di agosto e il mercato che per la prima volta chiudeva il 18 agosto, le direttive e strategie operative e comunicative di questa dirigenza non sono mai cambiate.

Mi rendo conto che l’attesa non è mai fedele compagna di un tifoso ma questi anni devono aver insegnato che godersi l’estate e aspettare l’inizio della stagione sereni, potrebbe essere la scelta giusta.

Ormai le teorie sul Milan arrivano puntuali come le pubblicità dei panettoni da fine novembre in poi. Non si contano più sulle dita delle due mani tutte le volte che è stato detto: “Con una buona offerta partirà un big. Il Milan ne ha bisogno per una questione di bilancio”.

Alt. Anticipo la battuta: “Non li vende perché li lascia partire gratis”. Ok, bella ma banale. Un solo appunto. Per capire la trama di un film bisogna necessariamente arrivare ai titoli di coda che nel calciomercato si chiama 31 agosto. “Attesa” è la parolina magica. “Attesa” è il confine tra realtà e gossip, che piaccia o no. E nel calcio è valido più che mai, con buona pace ai sentenziatori di professione.

Propongo un gioco. Se creassimo il cartonato di ogni calciatore accostato al Milan anche con trattative ben avviate (così si diceva …) in queste due anni di gestione Maldini e Massara e lo mettessimo al posto di ogni seggiolino di San Siro, sicuramente ci sarebbe il sold out. Purtroppo i calciatori acquistati sarebbero gli unici a dover rimanere fuori da quella che nella realtà è diventata “casa loro”.

Fatta eccezione per Ibra e forse Tonali, tutti i calciatori acquistati dal Milan, hanno vestito il rossonero con trattative venute fuori dal nulla e chiuse in 2/3 giorni. Morale: impariamo a diffidare da quei nomi considerati in orbita Milan per oltre 1 settimana.

Sinonimo di improvvisazione? Assolutamente no. È qui il silenzio “divertito” di Casa Milan. Questa dirigenza non considera assolutamente il tempo come un avversario. Non rilascia interviste per ingraziarsi tifosi. Non risponde ad ex dirigenti rossoneri che, nonostante da tre anni nessuna squadra gli abbia proposto alcun incarico, sente il bisogno di pontificare sugli errori di questa società.

A Casa Milan sanno con chi, come e con quali risorse rinforzare e far crescere questa squadra. E lo faranno senza mutuare locandine di un vecchio film simulando un remake per autocelebrare il proprio lavoro.

In fondo senza proclami ma con sobrietà ed eleganza qualche settimana fa gli attuali dirigenti sono stati chiamati fuori dalla sede a prendersi il meritatissimo applauso per un lavoro silente e di qualità. Il Milan è una storia di successi e stile, non di parole e vacui proclami.

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