Derby di Milano: proprietà rivali in campo ma alleate fuori!

Ormai ci siamo, al derby di Milano mancano poco più di 24 ore e tutta la città e pronta a godersi lo spettacolo della super sfida di domani sera a San Siro che sarà un vero e proprio spartiacque per le ambizioni di classifica delle due squadre che scenderanno in campo pronte a darsi battaglia su ogni pallone.

Entrambe le squadre arrivano a questo match con qualche acciacco dal punto di vista psicologico, forse la squadra nerazzurra arriva favorita ma in partite come questa le etichette di “favoriti” o “sfavoriti” non esistono, il derby è una partita a sé che va oltre ogni pronostico possibile.

Milan proprietà
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Derby di Milano: lo scontro tra le proprietà

Col passare degli anni sono cambiate molte cose, e non stiamo parlando solo del clima che a Milano in questi giorni è quasi primaverile, ma soprattutto della rivalità tra le proprietà di una volta che infiammavano il derby giorni se non mesi prima con continui punzecchiamenti.

Naturalmente stiamo parlando dell’era Moratti da una parte e Berlusconi dall’altra, un’era in cui le famiglie della stracittadina erano rivali dentro e fuori dal campo e non pensavano di certo a stringere accordi politico-calcistici.

Adesso la situazione è cambiata a vista d’occhio: L’Inter è in mani straniere dal 2013: prima l’indonesiano Thohir e poi, dal 2016 ,la cinese Suning e in particolare Steven Zhang. Il Milan, invece, è
passato nel 2017 al cinese Li Yonghong, nel 2018 al fondo americano Elliot e nel 2022 a RedBird.

Le due proprietà fuori dal campo hanno stretto un’alleanza importante. Il primo obiettivo comune è il nuovo stadio, il cui progetto però avanza lentamente a causa di tanti problemi burocratici. Un’alleanza che anni fa sarebbe stata impensabile ma che ora, col passare del tempo e soprattutto con l’assenza di vere famiglie interiste o milaniste, è possibile.

D’altronde stiamo nell’epoca della globalizzazione dove gli affari e gli accordi extra campo sono diventati più importanti della sana rivalità calcistica, che però sicuramente vedremo in campo domani sera perché nonostante siano passati gli anni e molte cose siano cambiate una cosa non passerà mai: la passione per questo sport. Su quella non c’è globalizzazione che tenga.

MICHELE D’ERRICO

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