Thiaw: “Un sogno essere al Milan”, poi svela un siparietto con Ibrahimovic

Malick Thiaw tra i giovani emergenti della scorsa stagione del Milan ha dichiarato di quanto prestigioso sia giocare per il club rossonero

Tra le piacevoli sorprese della campagna acquisti della scorsa stagione rossonera, Malick Thiaw. Il classe 2001 dopo un avvio difficile, si è integrato al meglio, prendendo il posto da titolare al centro della difesa, scavalcando l’esperienza di Kjaer e Kalulu, protagonista della cavalcata scudetto.

Il tedesco, intervistato da SportsBild ha dichiarato di quanto siano cambiate le cose in un anno rispetto al suo vecchio club e di come quest’esperienza lo stia facendo crescere e maturare.

Thiaw: l’onore di giocare per il Milan e il racconto su Ibrahimovic

Sono diventato più maturo, mi assumo più responsabilità. Sono più onesto con me stesso e anche più autocritico – ha commentato Thiaw – conoscere un club così grande come il Milan è stato incredibile. Conoscevo il club solo dalla PlayStation: da bambino giocavo a Pro Evolution Soccer con il Milan e Ronaldinho.

intervista thiaw
thiaw intervistato
(ansa) – spaziomilan

Quando sono andato a fare le visite mediche per la prima volta e ho visto la maglietta con il logo del Milan alla visita medica, non riuscivo a crederci. Ero incredibilmente orgoglioso e felice in quel momento. Mi sono scattato subito un selfie.

Mi è sempre piaciuto lo stile e il modo di giocare di Kevin-Prince Boateng- ha continuato il tedesco– in generale, devo dire che mi ci sono voluti alcuni giorni o settimane per capire che stavo davvero giocando per il Milan

Mi chiedevo come era quasi ogni giorno. Zlatan è stata la seconda persona che mi ha parlato al Milan. La squadra aveva una partita, io ero in sala pesi, in bicicletta. Zlatan si è avvicinato a me. Io sono alto, ma lui mi sovrastava in altezza e larghezza. È stato un momento cruciale. Non avevo paura di Zlatan, ma avevo rispetto. Ero felice di condividere lo spogliatoio con una delle più grandi personalità del calcio mondiale degli ultimi decenni. Mi ha detto “benvenuto”

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