Mercato Milan, sentenza durissima: “Sarà un problema gestirlo”

Parole belle pesanti sull’attuale momento del Milan lasciandosi andare a clamorose dichiarazioni.

Parole pesanti quelle di un ex Milna, intervenuto a margine dell’evento al Panathlon Club di Milano per il riconoscimento ‘Premio Respect’ del libro “Il mio calcio eretico”, il dirigente sportivo ha detto la sua riguardo all’attuale situazione del club rossonero.

“Il Milan in passato ha vinto tanto, ma erano altri tempi”. Parole di circostanza, ma allo stesso tempo cariche di significato e di nostalgia verso un calcio che non c’è più, dove il Milan faceva da padrone in campo nazionale e continentale.

La frustrazione risiede anche nei rigidi limiti imposti dal fair play finanziario e dai conti sempre più in rosso, che obbligano le società a dover tenere d’occhio in primis il bilancio: “Ora ogni anno bisogna ripianare 80-90 milioni, serve un calcio sostenibile”.

Il battesimo di Camarda

Parole al miele da parte di Filippo Galli verso il baby talento Francesco Camarda, da tutti definito come il nuovo golden boy del calcio italiano. Dopo un’iniziale sondaggio del Monza, i rossoneri hanno deciso di non privarsi del calciatore, rimasto in rossonero anche per questa seconda parte di stagione.

Francesco Camarda in panchina
Francesco Camarda è uno dei giovani più promettenti del panorama calcistico italiano (LaPresse) – spaziomilan.it

Secondo Galli però c’è il rischio di non riuscire a gestire a dovere la sua situazione: “Deve giocare di più, è evidente. Ha deciso di restare al Milan ma ora il problema è gestirlo“. Un problema di non poco conto che il Milan però è certo di riuscire a gestire, vista anche la fermezza di Ibrahimovic nel trattenere il calciatore a Milano.

E poi c’è il Milan Futuro, la squadra riserve rossonera che attualmente milita in Serie C e che è servita da trampolino di lancio per Camarda. “L’importante è sedersi al tavolino e capire la cosa migliore da fare – chiosa Filippo Gallise – se dargli più spazio in Lega Pro o minutaggio inferiore nella prima squadra dove farebbe un altro percorso di crescita”.

Il paragone generazionale

Parole anche sul cambiamento dei giovani calciatori rispetto a quelli della passata generazione: “Appartengo ad un’altra generazione del calcio e sono legato a quegli anni che per me restano i migliori. Io ho avuto la fortuna di viverli, ma bisogna comunque guardare avanti, non indietro”.

Anche i social, in maniera ovviamente indiretta, contribuiscono a peggiorare le prestazioni dei calciatori in campo, influendo sulla loro concentrazione durante gli allenamenti e nel pre-partita: “I nostri ragazzi devono fare i conti con i ‘social’ che noi non avevamo e che offre una visione diversa del mondo, anche quello del pallone”.

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