Il nome di Massimiliano Allegri è legato a una delle ultime grandi stagioni del Milan. Era il 2010-2011, un’annata chiusa al primo posto in classifica, davanti a Inter e Napoli. Da allora il Milan ha attraversato una lunga fase di cambiamento, ma quel campionato resta una delle pagine più significative degli ultimi vent’anni.
L’estate del 2010: Allegri arriva, Ibra pure
Allegri fu scelto dal Milan nell’estate 2010. Arrivava dal Cagliari, dove aveva ottenuto risultati positivi, e prendeva il posto di Leonardo. A fine agosto, a completare il quadro, arrivò Zlatan Ibrahimović in prestito dal Barcellona, insieme a Robinho, acquistato dal Manchester City. Con loro, una rosa che comprendeva già Nesta, Thiago Silva, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Ronaldinho, Ambrosini e Pato.
Il Milan partì bene in campionato, trovando subito equilibrio. Alla 11ª giornata i rossoneri salirono in testa alla classifica e ci rimasero praticamente per tutto il resto della stagione. La squadra chiuse con 82 punti, frutto di 24 vittorie, 10 pareggi e 4 sconfitte, con 65 gol segnati e 24 subiti, miglior difesa del campionato.
Il derby del 3-0 e la volata finale
Una delle partite più importanti di quella stagione fu il derby del 2 aprile 2011, vinto 3-0 contro l’Inter, all’epoca seconda in classifica. Quel successo portò il Milan a +5 sui nerazzurri a sette giornate dalla fine. A segno andarono Pato (doppietta) e Cassano su rigore. Da lì in avanti, la squadra mantenne il vantaggio fino alla matematica conquista del titolo, arrivata l’8 maggio, con lo 0-0 in trasferta contro la Roma.
Zlatan Ibrahimović fu il capocannoniere della squadra con 14 gol in campionato a pari merito con Pato a quota 14, seguiva Robinho con 12 reti. In totale furono 17 i giocatori andati a segno. In porta, Christian Abbiati collezionò 35 presenze e mantenne la porta inviolata in 18 occasioni.
Il Milan di Allegri: solidità e continuità
Il modulo di riferimento fu il 4-3-1-2, con diversi cambi nel corso della stagione. Allegri puntò su una coppia centrale composta da Nesta e Thiago Silva, una linea di centrocampo fisica e ordinata e un attacco guidato da Ibrahimović, affiancato a rotazione da Pato, Robinho e Cassano. Tra i titolari anche Van Bommel, arrivato nel mercato di gennaio, e Kevin-Prince Boateng, impiegato spesso da trequartista.
Dal punto di vista del rendimento, il Milan vinse 14 partite su 19 in casa e 10 su 19 in trasferta. I rossoneri persero solo una gara a San Siro, contro la Juventus. Le altre tre sconfitte arrivarono contro Cesena, Roma e Palermo. Il titolo fu conquistato con 6 punti di vantaggio sull’Inter, seconda classificata, e 12 sul Napoli, terzo.
Dopo lo Scudetto: tre stagioni e l’addio
Allegri rimase sulla panchina del Milan per altre tre stagioni. Nel 2011-2012 chiuse secondo alle spalle della Juventus con 80 punti, miglior attacco del campionato con 74 gol, ma senza riuscire a confermarsi campione. In Champions League, raggiunse i quarti di finale, dove il Milan fu eliminato dal Barcellona.
Nel 2012-2013 la squadra arrivò terza con 72 punti, centrando la qualificazione ai preliminari di Champions. In quella stagione si mise in luce Stephan El Shaarawy, autore di 16 gol. L’anno successivo fu più complicato: nella stagione 2013-2014, Allegri fu esonerato a gennaio, dopo una serie di risultati negativi culminati con la sconfitta contro il Sassuolo. Il Milan chiuse quell’anno all’ottavo posto.
Il ritorno oggi: nuove sfide, stesso nome
Oggi Allegri è di nuovo al Milan. Il contesto è molto diverso rispetto a quello del 2010: la squadra ha cambiato volto, il calcio è cambiato, ma il nome in panchina è lo stesso. Dopo sette scudetti (uno con il Milan, sei con la Juventus) e due finali di Champions League raggiunte in carriera, il tecnico livornese torna in rossonero con un profilo più esperto e un bagaglio diverso.
Infatti, con un tecnico così in panchina le possibilità di vedere un Milan almeno tornare in Champions League si alzano, come indicato sui siti sportivi e bookmaker NetBet.