Giroud e il “numero maledetto”: “Al Milan ho dimostrato che il 9 non porta sfortuna”.
Dalla maglia rossonera alla nuova avventura in MLS con il Los Angeles FC, Olivier Giroud continua a parlare da leader anche fuori dal campo.
Alla vigilia del match del Mondiale per Club contro il Chelsea, la sua ex squadra, l’attaccante francese è tornato su un tema che ha spesso fatto discutere in casa Milan: la cosiddetta “maledizione” del numero 9.
Le parole di Giroud
In conferenza stampa, Giroud ha raccontato un retroscena curioso risalente al momento del suo arrivo a Milano:
“Quando ho firmato per il Milan, Paolo Maldini mi disse durante la prima videochiamata su Zoom: “Sei sicuro del numero 9? È un po’ maledetto…”, ha svelato con un sorriso. “Io gli ho risposto che non è il numero sulla maglia a farti segnare, ma come giochi in campo. Ho voluto il 9 e poi gli ho dimostrato che la maledizione non esiste”.

Con 48 gol in tre stagioni, Giroud ha effettivamente cancellato ogni dubbio, riportando dignità a una maglia che negli ultimi anni aveva fatto fatica a trovare un vero padrone dopo Inzaghi.
“Fare l’attaccante è una sfida continua”, ha aggiunto l’ex Arsenal e Chelsea. “Ci sono momenti in cui vieni esaltato, ma anche periodi in cui tutto gira storto. Serve carattere, forza mentale. Devi continuare a credere in te stesso, lavorare sodo e restare concentrato. Per me, giocare in attacco è la cosa più bella del calcio. Ci sono alti e bassi, ma è lì che si fa la differenza”.
Parole da veterano, da uomo spogliatoio. Non sarà più al Milan, ma Giroud continua a portare in campo – e fuori – lo spirito che lo ha reso una figura centrale negli anni rossoneri.